La mattina del 14 dicembre la Guardia di finanza ha svolto una serie di perquisizioni presso la sede del comune di Roma, entrando in possesso di tutti gli atti dei primi mesi della giunta del sindaco Virginia Raggi. La notizia è stata data dai quotidiani romani La Repubblica e Il Messaggero, il giorno successivo alle perquisizioni, confermate dalla stessa sindaca con un tweet.
La serie di perquisizioni è arrivata dopo che la giudice Carla Raineri, appena lasciato il ruolo di capo di gabinetto del comune di Roma, aveva fatto un esposto alla procura di Roma relativamente a possibili violazioni fatte da Virginia Raggi e dai suoi più stretti collaboratori nell’ambito delle nomine.
Per questa ragione la Guardia di finanza, giunta al Palazzo Senatorio in abiti borghesi, hanno acquisito una grande mole di documenti che sono stati consegnati alla magistratura all’interno di scatoloni.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, la lente di ingrandimento degli inquirenti sarebbe focalizzata soprattutto sulla nomina di Salvatore Romeo, dipendente del comune di Roma messosi in aspettativa dopo le elezioni comunali del giugno 2016 e riassunto dalla nuova giunta come capo della segreteria politica di Virginia Raggi con un compenso triplicato.
Il sindaco di Roma, come detto, ha replicato con un tweet, dichiarando la piena disponibilità a collaborare con gli inquirenti dal momento che la sua giunta non ha nulla da nascondere. Successivamente, durante una conferenza stampa sul tema delle aziende partecipate, Virginia Raggi ha notato come questa inchiesta sia nata dalla denuncia di Carla Raineri, ex capo di gabinetto la cui nomina era illegittima, fatto paventato dallo stesso sindaco che aveva infatti preventivamente chiesto un parere all’Anac a riguardo.
La perquisizione è arrivata poco dopo rispetto alle dimissioni dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro, arrivate dopo che le era arrivato formalmente un avviso di garanzia.