Il Governo ha inviato alla Commissione europea la risposta ai rilievi mossi da Bruxelles sulla manovra finanziaria. Invariate le stime di crescita e il rapporto deficit/Pil al 2,4 per cento nel 2019.
La risposta italiana è stata approvata dal Consiglio dei ministri nella serata di martedì 13 novembre 2018, ultimo giorno utile per fornire la replica, secondo le tempistiche dettate dalla Ue.
A questo punto si fa sempre più probabile l’avvio da parte della Commissione di una procedura di infrazione per deficit eccessivo a carico dell’Italia.
Nelle ultime settimane il governo di Roma e l’esecutivo Ue hanno avuto avuto diversi scambi di vedute sulla manovra finanziaria varata da Movimento Cinque Stelle e Lega.
La Commissione ritiene che la stabilità dei conti italiani possa essere messa a rischio da una Legge di bilancio che fa leva su un aumento del rapporto decifit/Pil. Per contro, il governo gialloverde è convinto che una manovra espansiva sia la giusta via per dare respiro all’economia del Paese.
Il 23 ottobre Bruxelles ha sostanzialmente bocciato la manovra, anche se la decisione formale sull’eventuale procedura di infrazione sarà presa solo il 21 novembre.
La scadenza del 13 novembre era stata fissata da una lettera inviata dalla Commissione il 29 ottobre e firmata dall’italiano Marco Buti, direttore generale degli Affari economici e finanziari.
Nel documento si chiedevano in particolare spiegazioni sul perché, nei piani del governo Conte, il rapporto debito pubblico/Pil scenda meno di quanto richiesto. E si sottolineava che l’Italia non è in linea con gli impegni presi nel programma di stabilità.
Nel documento programmatico di bilancio varato dal Governo il rapporto debito/Pil dell’Italia sarà pari al 130,9 per cento nel 2018 e al 130 per cento nel 2019, per poi scendere fino al 126,7 per cento nel 2021.
“Nonostante la riduzione prevista del rapporto debito/Pil, non si prevede che l’Italia soddisfi primafacie il parametro di riferimento relativo all’adeguamento del rapporto debito/Pil nel 2018 e nel 2019″, si leggeva nella lettera della Commissione.
Come prevedibile, la risposta arrivata da parte italiana non accoglie le osservazioni mosse da Bruxelles. Il Governo tira dritto ed è sempre più probabile l’apertura di una procedura d’infrazione a carico dell’Italia.
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