Esiste un punto in cui l’estetica e l’etica coincidono. È lì che nasce Cum laude, il fashion brand siciliano che ha fatto dell’eco-sostenibilità la sua forza.
L’ideatore e responsabile marketing, Ezio Lauricella, ha 29 anni ed è originario della provincia di Agrigento. Laureato in Economia all’università di Palermo, dopo un master in European Project a Roma, ha deciso di creare un marchio che desse nuova linfa alla sua Sicilia.
“Il nostro è più di un fashion brand”, racconta Ezio Lauricella. “È un’idea sostenibile, è il sogno di una terra che possa tornare a puntare sulle proprie eccellenze e che riesca a proiettare nel futuro le nostre tradizioni dando loro un appeal internazionale”.
La sostenibilità riguarda sia la produzione che il consumo dei prodotti, realizzati con fibre organiche o biologiche, tessuti compatibili con il rispetto dell’ambiente e con il benessere e la salute del consumatore. Ma il concetto si estende anche al rispetto dei diritti dei lavoratori e di condizioni di lavoro dignitose.
“L’industria della moda è da sempre un settore di grande tendenza in grado di influenzare le persone e la cultura e, dunque, capace di educare positivamente anche in termini di tutela ambientale”, dice l’ideatore del marchio.
I primi accessori firmati “Cum laude” sono già presenti in alcuni showroom russi, a Tokyo e a Manhattan. A partire dal mese prossimo, saranno in vendita in un negozio milanese.
Le borse, rigorosamente limited edition, sono pezzi unici creati con pregiati materiali italiani e decorati con stoffe di kimono giapponesi in seta degli anni Quaranta e Sessanta.
Una contaminazione di culture che mira all’internazionalizzazione: l’obiettivo è creare in Sicilia ponti di contatto con le altre culture, scavalcando la marginalità geografica tipica di alcune aziende del Sud.
“La Sicilia è culla di civiltà, cultura e arte, essenza di numerose civiltà che nei secoli hanno lasciato tracce indelebili. Una terra contraddittoria ed estrema, saccheggiata nei decenni da politica e mafia, a cui ci sentiamo legati a doppio filo con la sua voglia di riscatto”, dice Ezio Lauricella.
È stata la volontà di non rinunciare alla propria sicilianità che ha spinto il management dell’azienda a rifiutare la proposta di un emiro arabo, il quale aveva offerto una cifra a sei zeri per acquistare l’80 per cento delle quote del brand. L’acquisto avrebbe comportato l’immediata delocalizzazione della produzione e un piano di investimento milionario per rilanciare la formula di etica ed estetica dietro “Cum laude”.
“Non venderemo la maggioranza delle quote a chi non ha intenzione di investire nella nostra terra”, ha fatto sapere il giovane ideatore del marchio. “Non possiamo barattare i nostri principi etici con le logiche del business, i nostri prodotti hanno un prezzo ma le nostre idee no”.
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