Il 28 maggio 1980 la Brigata XXVIII marzo, un gruppo terrorista di estrema sinistra, uccideva a Milano il giornalista Walter Tobagi.
Nato a Spoleto nel 1947, Tobagi si trasferì con la famiglia a Bresso, in provincia di Milano, quando aveva otto anni. Fu proprio nel capoluogo lombardo che mosse i primi passi nel mondo del giornalismo al liceo Parini, nel giornale scolastico La zanzara.
Dopo un breve periodo a L’Avanti, andò a lavorare presso il quotidiano Avvenire, dove realizzò un’ampia inchiesta sul movimento studentesco. La principale attività di Tobagi, però, fu quella legata al terrorismo, soprattutto di estrema sinistra: dalla morte di Giangiacomo Feltrinelli all’assassinio del commissario Luigi Calabresi, fino all’attività delle Brigate Rosse a Milano.
Passato al Corriere d’informazione, nel 1972 si trasferì al Corriere della Sera dove si affermò definitivamente come cronista politico, focalizzato soprattutto sul tema del terrorismo.
Furono probabilmente queste sue inchieste, svolte con metodo certosino, attento alle fonti e non alle fantasiose ipotesi, che lo fecero entrare nel mirino della Brigata XXVIII marzo, un gruppo terrorista di estrema sinistra attivo a Milano durante gli anni di piombo.
Il 28 maggio 1980, Walter Tobagi fu ucciso con cinque colpi di pistola. A sparare furono i membri del gruppo Brigata XXVIII marzo, condannati in primo grado nel 1983 nell’ambito di un maxiprocesso alla sinistra sovversiva milanese.