Il 30 aprile 1982 la mafia uccideva a Palermo il deputato del Partito Comunista Italiano (Pci) Pio La Torre.
Nato a Palermo il 24 dicembre del 1927, sin da giovane si impegnò nelle lotte in favore dei braccianti, e nel 1952 diventò per la prima volta consigliere comunale a Palermo con il Pci.
Nel 1962 diventò segretario regionale del suo partito in Sicilia, succedendo a Emanuele Macaluso, e nel 1972 fu eletto deputato.
Alla Camera si occupò molto di agricoltura, ma il suo principale impegno fu quello nella lotta alla mafia. Fu infatti promotore di una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa e di un’altra che prevedeva la confisca dei beni per i mafiosi.
Da membro della commissione parlamentare antimafia, La Torre presentò, insieme ad altri parlamentari, una relazione che accusava diversi politici del tempo, tra cui Vito Ciancimino e Salvo Lima, di avere rapporti con la Magia.
Nel 1981 si batté contro la costruzione della base missilistica della Nato di Comiso, in Sicilia, che secondo La Torre rappresentava una minaccia per la pace nel Mediterraneo.
Il 30 aprile 1982, mentre si trovava in auto con il compagno di partito Rosario Di Salvo, fu raggiunto da diversi colpi di pistola. Sia La Torre che Di Salvo morirono nell’agguato.
L’omicidio, inizialmente rivendicato dalla sigla Gruppi proletari organizzati, fu successivamente indicato come un omicidio di mafia dalle dichiarazioni dei pentiti Tommaso Buscetta, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo, secondo i quali La Torre fu ucciso perché aveva proposto l’introduzione del reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni per i mafiosi.
Nel 1995 diversi boss mafiosi tra cui Totò Riina furono condannati come mandanti dell’omicidio di Pio La Torre.
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