Prosegue la protesta dei pastori sardi contro il prezzo troppo basso del latte ovino, venduto a 60 centesimi di euro al litro.
TPI ha avuto accesso in anticipo al testo delle richieste che il Movimento dei pastori sardi (MPS) hanno presentato alle 15 di giovedì 14 febbraio 2019 al Governo per cercare di trovare una soluzione al problema del prezzo del latte.
Leggi anche: Perché i pastori sardi stanno protestando
“Come é stato già comunicato, si é giunti a questa protesta pacifica, costituita dallo sversamento di tonnellate di latte sulle strade, al fine di esaltare il problema è portarlo all’attenzione dei media e della politica; alla politica ci si deve rivolgere”, inizia così il documento che raccoglie le richieste dei pastori al governo.
Di seguito il testo integrale:
“In ogni democrazia avanzata, qualsiasi sia la strada da percorrere oltre quella normativa é quella sbagliata e noi siamo qui per questo: chiedervi di regolamentare una volta per tutte la creazione del prezzo del latte ovicaprino, delimitando in maniera distinta i ruoli di tutti gli attori di filiera senza per questo trascurare le eventuali responsabilità che nel corso degli anni si sono accumulate.
Gruppi di potere, industriali, consorzi di tutela, cooperative si sono coalizzati in cartelli commerciali che hanno stabilito unilateralmente il prezzo del latte. Non é plausibile che lo stesso prezzo del 1981 venga giustificato con eventi economici catastrofici e con la globalizzazione. Non chiediamo che il prezzo del latte triplichi, siamo coscienti e abbiamo contezza dei costi di trasformazione. I nostri dubbi si concentrano, purtroppo, in oscuri passaggi commerciali specialmente all’estero, dove viene difficile monitorare la rete di vendita.
Non si spiega come il pecorino romano venga venduto al dettaglio negli USA a 22 dollari al chilo; non si spiega l’affermazione degli industriali che imputano alle grandi quantità di latte, quindi alla sovrapproduzione il prezzo basso del latte, quando le esportazioni verso il Canada sono aumentate del 67 per cento.
C’è evidentemente un passaggio che ci sfugge; c’è evidentemente una condotta fraudolenta ed immorale da parte di qualcuno che solo per un passaggio commerciale raddoppia o triplica il prezzo del formaggio. Questo discorso si acuisce ancora di più in ordine agli industriali che producono altri formaggi che esulano dal mondo del Romano. Questo é per noi il punto di partenza della trattativa”.
1. Vogliamo che i maggiori industriali presentino pubblicamente i loro contratti di vendita degli ultimi tre anni. Devono comunicare inoltre a chi hanno venduto il formaggio all’estero, se hanno avuto eventuali rapporti commerciali con Albino Cubeddu e a quanto costui ha re-immesso in vendita il formaggio.
2. Vogliamo che venga determinata la quantità di formaggi di qualità diversa e a che prezzo sono stati immessi sul mercato in modo da quantificare gli introiti, quindi i maggiori ricavi degli industriali, non legati al romano.
3. Vogliamo che il presidente e tutto l’organo sociale del consorzio di tutela si dimetta immediatamente lasciando il posto a rappresentanti eletti ogni due anni in modo da evitare il cristallizzarsi di gruppi di potere legati agli industriali, agli esportatori e ai distributori all’estero;
4. Vogliamo che venga imposto l’obbligo a tutti coloro che siano titolari di impianti di trasformazione di latte ovino, di comunicare mensilmente, in modo analitico e dettagliato, al ministero delle Politiche agricole:
a) la quantità di latte trasformato;
b) la quantità di latte importato destinato alla trasformazione, i paesi di provenienza e il costo al litro;
c) la quantità di latte esportato;
d) la quantità di latte destinato alla lavorazione del pecorino romano e la quantità di latte destinato alla trasformazione in formaggi di altre specie;
5. Vogliamo che il prezzo del latte non possa essere inferiore ad 1 euro più IVA e che la formazione del prezzo si evinca da formule matematiche legate al prezzo contrattuale, di esportazione e di contratti già firmati, entro il primo aprile dell’anno precedente alla campagna del latte. Tale prezzo dovrà essere monitorato costantemente da un ufficio istituito presso l’assessorato all Agricoltura del quale faranno parte membri eletti dagli operatori di filiera e della pubblica amministrazione. Il prezzo verrà stabilito con delibera di Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura comunicando preventivamente al ministero delle Politiche agricole le modalità di calcolo del prezzo.
6. Chiediamo di trasmettere, ove emergano irregolarità, gli atti alle competenti Procure della Repubblica e all’autorità garante della concorrenza sul mercato che dovrà analizzare l’andamento delle vendite dei formaggi pregresse dalle quali emerga la palese situazione di cartello che perdura da almeno 30 anni, comminando le necessarie sanzioni.
Al fine di legittimare questo documento con la volontà della sottoscrizione da parte di decine di migliaia di pastori, chiediamo di essere ricevuti in data 21 febbraio 2019 per il deposito formale di tutte le firme di coloro che hanno aderito senza alcun colore politico o bandiera”.