Grecia: è iniziato questa mattina lo sgombero del campo profughi improvvisato di Idomeni, al confine con la Macedonia, dove migliaia di migranti sono bloccati da mesi, dopo la decisione del paese balcanico di chiudere le frontiere con la Grecia. L’operazione è iniziata all’alba e testimoni hanno riferito che veicoli della polizia greca e autobus sono all’opera per trasferire le persone in strutture meglio organizzate nel paese. Ai giornalisti non è stato permesso di assistere alle operazioni di sgombero. Il campo è stato allestito nel mese di febbraio dopo la chiusura delle frontiere macedoni, e migliaia di persone vi sono rimaste bloccate.
– Iraq: Almeno 50mila civili iracheni sono “in grave pericolo” a Falluja, 50 chilometri a ovest della capitale irachena Baghdad. È l’allarme lanciato dalle Nazioni Unite all’indomani dell’inizio dell’offensiva dell’esercito per riconquistare la città, nelle mani del sedicente Stato islamico. Il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric ha detto che la sorte dei civili è messa a rischio e ha chiesto che vengano aperti corridoi umanitari per consentire loro di lasciare l’area. Il gruppo jihadista aveva conquistato Falluja, nel gennaio 2014, prendendo poi il controllo di vaste aree dell’Iraq settentrionale e occidentale.
– Austria: all’indomani di un’elezione presidenziale che ha evitato per un soffio di consegnare l’Austria al primo presidente di estrema destra d’Europa, il partito sconfitto insinua il dubbio di brogli. Alexander van der Bellen, ex leader dei Verdi e candidato indipendente alle presidenziali, ha vinto con uno scarto di poche decine di migliaia di voti sul suo avversario ultranazionalista Norbert Hofer, del partito della Libertà (Fpoe). Ma il segretario del Fpoe, Herbert Kickl, non ci sta e parla di incongruenze nei risultati del voto per corrispondenza, quello che ha consegnato la vittoria a van der Bellen, originariamente in svantaggio.
– Ucraina: le autorità ucraine hanno reso noto che sette dei suoi soldati sono rimasti uccisi nel corso delle ultime 24 ore a causa di un incremento negli attacchi da parte dei ribelli filorussi. Si tratta del bilancio più grave dall’agosto 2015. Il cessate il fuoco siglato a febbraio 2015 non è riuscito a porre fine a tutti i combattimenti nelle regioni separatiste dell’est del paese, con ciascuna delle parti che accusa l’altra di commettere violazioni. Oleksander Turchynov, il segretario del consiglio per la Sicurezza nazionale e la Difesa, ha detto che i miliziani separatisti sostenuti dalla Russia hanno intensificato gli attacchi contro le truppe del governo utilizzando artiglieria pesante che avrebbero dovuto rimuovere dal fronte secondo l’accordo di Minsk negoziato con la mediazione di Berlino e Parigi.
– Germania: il ministro tedesco dello Sviluppo ha dichiarato che l’Unione Europea dovrebbe nominare un singolo commissario incaricato di occuparsi della questione dei rifugiati e di altri temi umanitari, al quale potrebbe essere assegnato un budget di circa 10 miliardi di euro, riallocando il 10 per cento del bilancio Ue. Gerd Mueller, titolare del dicastero, ha lanciato la proposta a margine del vertice umanitario mondiale di Istanbul (23-24 maggio 2016), ammettendo che la risposta dell’Ue alla crisi dei migranti è erratica e scoordinata, e che i meccanismi che sono stati adottati non funzionano.
– India: il governo indiano ha annunciato che investirà 500 milioni di dollari nel porto iraniano di Chabahar. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha reso pubblico l’accordo durante la sua visita ufficiale a Teheran, sottolineandone l’enorme importanza nel più ampio contesto delle relazioni bilaterali fra i due paesi asiatici. La visita di Modi è la prima di un capo di governo indiano in Iran da 15 anni a questa parte e arriva in seguito alla rimozione delle sanzioni internazionali che, fino allo scorso gennaio, l’Iran subiva a causa del suo programma nucleare. Modi e Rouhani sono stati in seguito raggiunti dal presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani, atterrato nella capitale iraniana lunedì 23 maggio. I tre paesi hanno in programma di firmare un’accordo di transito trilaterale.
– Iran: un religioso radicale e anti-occidentale di spicco è stato scelto per dirigere l’Assemblea degli esperti iraniana, l’organo incaricato di eleggere il prossimo leader supremo, martedì 24 maggio 2016. Ahmad Jannati, 90 anni, è un aperto oppositore del presidente Hassan Rouhani e non approva i suoi sforzi per condurre la Repubblica islamica fuori dall’isolamento e normalizzare i rapporti con l’occidente. L’assemblea – composta da 88 membri, per lo più religiosi anziani – dovrà scegliere il successore dell’Ayatollah Ali Khamenei, 77 anni, attuale supremo leader, la cui salute sembra essere diventata fragile.
– Birmania: il collasso di una miniera illegale nel nord della Birmania ha causato la morte di 13 persone, ha riferito un residente locale coinvolto nei soccorsi martedì 24 maggio 2016. Le pareti del pozzo nel villaggio di Weikha – che fa parte del distretto di Hpakant, centro di estrazione della giada – sono crollate lunedì 23 maggio a causa delle pesanti piogge che si sono abbattute sulla regione. “Abbiamo trovato 13 corpi e trasportato in ospedale 14 persone rimaste ferite”, ha dichiarato Naw Li, che ha partecipato alle operazioni di soccorso. Due persone risultano ufficialmente disperse, ma non è chiaro quante persone siano rimaste sepolte nel crollo.
– Turchia: i nomi dei ministri del nuovo governo turco, il 65esimo dalla nascita della Repubblica, sono stati resi noti. Binali Yildirim, dopo essere stato eletto segretario del partito Akp durante il congresso del 22 maggio, ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo, dopo le dimissioni di Davutoglu. Vi è solo una ministra donna, Fatma Betul Sayan. L’esecutivo si riunirà per la prima volta domani, mercoledì 25 maggio. Alcuni ministri del governo Davutoglu sono stati riconfermati al loro dicastero. Il nuovo premier ha già promesso di dare maggiore autorità all’ufficio del presidente, con una riforma costituzionale in senso presidenziale che erode i poteri del primo ministro. Yildirim era stato co-fondatore insieme a Erdogan del partito Akp.
– Brasile: Romero Juca, ministro per la Pianificazione e stretto alleato del presidente brasiliano ad interim Michel Temer, che ha preso il posto di Dilma Rousseff dopo la sua messa in stato di accusa, ha fatto un passo indietro in seguito a uno scandalo politico. Sono state rese note le intercettazioni da cui emerge che il ministro avrebbe cospirato per ostacolare le indagini del caso di corruzione più grande del paese, lo scandalo Petrobras. Juca si è difeso dicendo che le sue parole sono state travisate e prese fuori dal contesto. Dilma Rousseff ha commentato dicendo che le intercettazioni dimostrano che il processo di impeachment è un vero e proprio “colpo di stato politico” architettato ad arte per proteggere i funzionari di alto livello implicati nello scandalo Petrobras.
– Francia: la polizia francese ha disperso i lavoratori che stavano protestando davanti alla raffineria di petrolio di Fos-sur-Mer, questa mattina all’alba. Le forze dell’ordine hanno usato idranti e gas lacrimogeni per sgomberare i manifestanti che bloccavano l’accesso allo stabilimento situato nell’area portuale di Marsiglia. La decisione segue l’escalation di tensioni che si è avuta negli ultimi giorni tra il governo socialista e la “Confédération générale du travail” (Cgt), il sindacato che sta cercando di trasformare le singole proteste esplose nel paese in uno sciopero generale di tutto il settore.
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