Siria: un attacco aereo russo nel nord della Siria ha ucciso accidentalmente tre soldati turchi, che stavano combattendo al fianco dei ribelli siriani per riprendere il controllo della città di al-Bab dalle mani dell’Isis giovedì 9 febbraio 2017. Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso il suo cordoglio dopo la morte dei militari.
– Romania: dopo più di sette giorni di proteste di massa a Bucarest e nelle principali città romene si è dimesso il ministro della Giustizia del governo Grindenau, Florin Iordache. L’annuncio è arrivato durante una conferenza stampa. A gennaio, Iordache aveva proposto una legge che depenalizzava l’abuso di ufficio e altri reati di corruzione.
– Stati Uniti: l’uomo scelto da Donald Trump per guidare il dipartimento di Giustizia è stato confermato dal senato degli Stati Uniti. Jeff Sessions è quindi il nuovo segretario alla Giustizia guadagnandosi il posto con appena cinque voti di scarto: 52 senatori hanno votato a favore e 47 si sono opposti dopo un dibattito durissimo che non fa che sottolineare la profonda spaccatura in seno alla camera alta americana.
– Afghanistan: il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) ha deciso di sospendere le proprie attività in Afghanistan in seguito all’attacco rivendicato dall’Isis in cui hanno perso la vita sei dei suoi operatori, mentre due risultano ancora dispersi. Il direttore del Icrc ha però assicurato che l’agenzia “farà qualunque cosa” per ritornare operativa nel paese.
– Turchia: i ribelli siriani appoggiati dalla Turchia sono penetrati all’interno della cittadina di al-Bab, nel nord della Siria, e hanno sottratto ai miliziani del sedicente Stato islamico le aree periferiche occidentali. L’offensiva per riconquistare al-Bab, che si trova a circa 30 chilometri dal confine con la Turchia, è cominciata alla fine del 2016. Nel corso degli ultimi giorni dieci soldati turchi sono rimasti uccisi negli scontri con i jihadisti. Intanto si è aperto anche un fronte a sud, dove i miliziani sono stati ingaggiati in combattimenti con le truppe siriane.
– Regno Unito: come previsto, la Camera dei comuni britannica ha approvato a larga maggioranza e senza emendamenti la legge che consente alla premier Theresa May di avviare il processo previsto dall’art. 50 del trattato di Lisbona per uscire dall’Unione europea, dopo il referendum sulla Brexit del 23 giugno 2016. I sì sono stati 492 a fronte di 122 no. La questione passa ora alla Camera dei lord.
– Kenya: l’Alta corte del Kenya ha stabilito che Nairobi non può chiudere Dadaab, il campo profughi più grande del mondo, e costringere 260mila somali a rimpatriare. Il governo keniano ha reso noto che farà appello contro la decisione. Secondo il giudice John Mativo, chiamato a esprimersi sulla questione, il ministro della Sicurezza interna ha abusato del suo potere nell’ordinare la chiusura del campo.
– Regno Unito: i rapporti fra Londra e Unione europea dopo la Brexit, i conflitti aperti nello scacchiere mediorientale, la questione dei migranti e il loro flusso lungo la rotta del Mediterraneo, i rapporti con l’America di Trump e con la Russia. Sono questi i temi principali affrontati dal primo ministro italiano Paolo Gentiloni e dal premier britannico Theresa May durante l’incontro che si è svolto a Londra.
– Germania: la cancelliera Angela Merkel è pronta ad aumentare il numero dei rimpatri dei rifugiati che recentemente hanno chiesto asilo in Germania, lo rivelano fonti di stampa tedesche. Questo nuovo cambio di rotta potrebbe essere dovuto alle pressioni politiche ricevute in seguito all’attacco del 19 dicembre 2016 al mercatino di Natale di Berlino.
– Afghanistan: almeno undici miliziani dell’Isis sono stati uccisi in due diversi raid condotti da droni militari americani nella provincia orientale di Nangarhar, in Afghanistan. Lo rende noto l’agenzia di stampa Pajhwok giovedì 9 febbraio 2017. Nel corso della prima operazione nel distretto di Haska Mena sono morti nove miliziani e altri due sono rimasti feriti. Il secondo raid ha ucciso invece due jihadisti nel distretto di Achin. Secondo le autorità afghane nessun civile è rimasto coinvolto.
– Siria: il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu hanno discusso telefonicamente della tenuta della tregua in Siria, avviata il 30 dicembre 2016. In un comunicato ufficiale diffuso al termine della conversazione si legge: “I due ministri hanno discusso dei progressi nell’implementazione degli accordi sugli sforzi per mantenere la cessazione delle ostilità in Siria e promuovere un efficace processo negoziale tra i rappresentanti del governo e l’opposizione nelle piattaforme di Astana e Ginevra”.
– Francia: paura per l’esplosione che si è verificata intorno alle 10 nella centrale nucleare di Flamanville, nel nord della paese. Ma l’allarme è subito rientrato. Secondo la prefettura, infatti, non ci sono rischi di contaminazione, perché l’esplosione è avvenuta nella sala macchine dell’impianto, dove non ci sono elementi radioattivi. Cinque persone sono rimaste “leggermente intossicate” a causa dell’incendio divampato, e per sicurezza è stato chiuso il reattore.
– Italia: Salvatore Romeo, l’ex capo della segreteria politica della sindaca di Roma Virginia Raggi, è stato interrogato per oltre cinque ore in procura la notte tra l’8 e il 9 febbraio. Romeo, in concorso con Raggi, è indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulle nomine dell’amministrazione Cinquestelle. I magistrati vogliono far luce sulla sua promozione da funzionario nel dipartimento partecipate, con stipendio di 39mila euro annui, alla guida della segreteria del sindaco, con un salario di 120mila euro.
– Siria: due comandanti dell’Isis, di cui uno libico, sono stati uccisi nel corso di alcuni raid aerei condotti dalle forze militari di Damasco nella città di Deir ez-Zor, nell’est del Paese. A riferirlo è stato il generale siriano Osam Zahralddeen in un comunicato riportato dall’agenzia iraniana Fars. Secondo quanto riferito dall’alto ufficiale, almeno 15 componenti del sedicente Stato islamico sono stati uccisi nell’attacco aereo, tra di loro anche il comandante di campo Abu Mohammad al-Adnani e il comandante libico Abu Walid Terablosi.
– Francia: proseguono per la quinta notte consecutiva gli scontri tra giovani dimostranti e forze dell’ordine nelle banlieu di Parigi. Almeno 26 persone sono state arrestate nel distretto di Seine-Saint-Denis. I disordini sono cominciati dopo l’aggressione, il pestaggio e lo stupro da parte di quattro agenti di polizia di un ragazzo di colore di 22 anni a Aulnay-sous-Bois, il quale ha invitato alla calma dal suo letto d’ospedale. Ma automobili e cassonetti sono stati nuovamente dati alle fiamme.
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