Siria: poche ore dopo che l’esercito siriano aveva decretato il fallimento della tregua, un convoglio di aiuti umanitari è stato attaccato nella zona rurale di Aleppo uccidendo 12 persone. Gli Stati Uniti accusano Mosca e Damasco e l’Onu parla di crimini di guerra. Cosa resta dell’accordo russo-americano. Le Nazioni Unite hanno confermato che il convoglio è stato colpito nei pressi di Urm al-Kubra senza fornire ulteriori dettagli circa le forze che lo hanno attaccato e le vittime. Ma il sottosegretario per gli Affari umanitari dell’Onu Stephen O’Brien ha dichiarato che se l’attacco è stato deliberato sarebbe un crimine di guerra. Intanto, un portavoce delle Nazioni Unite ha reso noto che 18 dei 31 camion del convoglio sono stati colpiti e che gli aiuti erano destinati a circa 78mila persone nell’area rurale di Aleppo.
– Grecia: migliaia di persone sono dovute evacuare quando un incendio è divampato in un campo profughi sull’isola greca di Lesbo nella serata di lunedì 19 settembre 2016. I vigili del fuoco stanno indagando sulle cause delle fiamme, ma sembra che prima che scoppiasse l’incendio ci fossero tensioni palpabili tra gli ospiti del campo. Le condizioni di vita all’interno dei campi profughi sono mediocri e la Grecia sta cercando di ridurre il sovraffollamento nei centri sulle sue isole, anche se l’afflusso di migranti è calato rispetto allo scorso anno limitando i nuovi arrivi.
– Repubblica Democratica del Congo: la polizia della Repubblica democratica del Congo si è scontrata con i manifestanti scesi nelle strade della capitale Kinshasa per protestare contro quello che ritengono un tentativo del presidente Joseph Kabila di estendere il suo mandato oltre il limite consentito dalla costituzione. L’opposizione accusa Kabila di stare provando a ritardare le elezioni con lo scopo di rimanere al potere oltre il limite di due mandati concesso dalla costituzione. I dimostranti hanno innalzato barricate e incendiato auto. La polizia è intervenuta per disperdere la manifestazione, che è sfociata nella violenza. Il bilancio ufficiale è di 44 morti, 37 manifestanti e 7 poliziotti. Un poliziotto è stato linciato dalla folla e il suo cadavere è stato dato alle fiamme. Decine i manifestanti e i giornalisti arrestati, accusano le associazioni per la difesa dei diritti umani.
– India: Una donna è stata accoltellata per strada a Nuova Delhi, in India. La sua morte è stata ripresa da una telecamera di sorveglianza, ma a suscitare una forte indignazione è stata l’indifferenza di molti passanti che hanno assistito alla terribile scena senza intervenire a prestare soccorso. La giovane di 22 anni, identificata con il nome di Karuna è morta per le 22 coltellate inferte mentre camminava su una delle strade affollate della capitale indiana, per recarsi nella scuola dove lavorava come insegnante. Secondo alcuni filmati diffusi da CCTV, l’aggressore si è avvicinato alla donna e l’ha prima colpita al capo con calci e pugni, per poi ferirla a morte con più di 20 coltellate. Tutto questo succedeva davanti a numerosi passanti e testimoni oculari che non hanno fatto nulla per salvare la ragazza.
– Afghanistan: un bombardamento dell’aviazione statunitense ha ucciso otto poliziotti afghani in servizio nella provincia meridionale di Uruzgan, da mesi sotto attacco dei Taliban. L’aviazione degli Stati Uniti ha compiuto attacchi nella provincia per supportare le truppe di Kabul e respingere l’offensiva dei Taliban che recentemente sono arrivati vicini a conquistare la capitale provinciale, Tarin Kot. Gli aerei americani sono intervenuti perché l’autostrada per Kandahar era stata attaccata dai Taliban, ma per sbaglio è stato colpito un checkpoint della polizia afghana, uccidendo otto agenti. Il comando militare degli Stati Uniti ha confermato che l’aeronautica ha compiuto un bombardamento nell’area dell’incidente, ma ha specificato che i bersagli “stavano sparando e rappresentavano una minaccia per le forze di sicurezza afghane”. https://www.tpi.it/mondo/afghanistan/otto-poliziotti-afghani-uccisi-bombardamento-jet-usa
– Iraq: un generale delle forze armate americane ha dichiarato che l’operazione dell’esercito iracheno per riprendere Mosul, capitale irachena dell’Isis, potrebbe cominciare già il mese prossimo. Il generale della marina Joseph Dunford, presidente dello Stato maggiore congiunto, ha riferito ai giornalisti che la scelta finale sulla tempistica spetterà comunque al primo ministro iracheno Haider al-Abadi. Dunford ha dichiarato che il ruolo degli Stati Uniti è quello di aiutare gli iracheni a mettere in campo le forze offensive e di sostegno necessarie all’operazione e che questo obiettivo sarà raggiunto in ottobre, dopo di che l’inizio effettivo dell’offensiva sarà una decisione politica in capo ad Abadi. Mosul è il centro urbano più grande in mano ai miliziani estremisti, la sua popolazione prima dell’avvento del sedicente Stato islamico si aggirava intorno ai due milioni.
– Siria: le Nazioni Unite hanno deciso di sospendere i convogli di aiuti umanitari in Siria dopo che i suoi camion sono stati attaccati da alcuni jet militari lunedì 19 settembre 2016. Il portavoce del dipartimento per gli Affari umanitari dell’Onu Jens Laerke ha reso noto martedì che “per ragioni di sicurezza, i movimenti dei convogli umanitari in Siria sono stati sospesi in attesa di verifiche sulla situazione”. Il convoglio colpito, formato da 31 automezzi contenenti grano, abbigliamento invernale e scorte mediche, aveva ricevuto il nullaosta da tutte le parti coinvolte, inclusi Russia e Stati Uniti, ha riferito Laerke. Diciotto dei camion sono andati distrutti e tra le vittime civili ci sono anche operatori della Syrian Arab Red Crescent (Sarc), il braccio siriano della Croce rossa internazionale.
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