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    Regeni, lettera dei genitori a Conte: “Si ricordi di Giulio mentre stringerà la mano di Al Sisi e pretenda verità”

    Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio.

    Il premier incontrerà il presidente egiziano a Pechino. "È giunto il momento di ricevere una risposta concreta, vera e definitiva", chiedono Paola e Claudio Regeni

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 27 Apr. 2019 alle 09:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:55

    “Buongiorno Signor Presidente Conte, siamo Paola e Claudio i genitori di Giulio Regeni”. Con queste parole inizia la lettera con cui la famiglia Regeni ha rivolto un appello al premier Giuseppe Conte, che incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi a margine del Forum sulla Via della Seta, in Cina.

    I genitori di Giulio Regeni, il ricercatore torturato e ucciso al Cairo nel 2016, hanno scritto al premier per chiedergli di pretendere la verità sulla morte del figlio, che definiscono “una tragedia inimmaginabile. Per tutti noi”.

    “Sono trascorsi ormai più di tre anni e assieme a tantissimi cittadini di tutto il mondo attendiamo di sapere i nomi di tutti i soggetti coinvolti e di vederli assicurati alla giustizia italiana”, scrivono Paola e Claudio Regeni. “Le chiediamo di essere determinato ed incisivo con il Presidente egiziano, di andare oltre ai consueti proclami e promesse, di ricordargli che la procura romana ha già inserito cinque persone nel registro degli indagati, in base alle indagini effettuate superando gli enormi ostacoli posti da parte degli stessi egiziani; è giunto il momento di ricevere una risposta concreta, vera e definitiva”.

    I genitori di Giulio sottolineano che “senza questa risposta la dignità del nostro paese e delle istituzioni che Lei rappresenta risulterebbe irrimediabilmente mortificata”.

    “Giulio, che ricordiamo era un ricercatore, ha subito su di sé la violazione di tutti i diritti umani, anche del diritto di difesa”, aggiungono. “Lei si è proposto come avvocato difensore del popolo italiano, Le chiediamo, quindi, di non dimenticare l’aspetto etico oltre che quello giuridico, sotteso all’intangibilità dei diritti e alla loro difesa”.

    “Giulio, come cittadino ha diritto ad essere difeso e a trovare giustizia, come non è stato difeso e non ha avuto giustizia da vivo”, proseguono i genitori del ricercatore. “Riteniamo necessario che l’inviolabilità dei diritti umani sia un messaggio centrale, fondamentale per la nostra nazione, nel rispetto dei principi democratici, per garantire un futuro migliore e per rispettare e meritare la fiducia dei nostri giovani”.

    “Presidente Conte, si ricordi di Giulio mentre stringerà la mano del Generale Al Sisi e pretenda, senza ulteriori dilazioni o distrazioni di sorta, la verità sulla sua uccisione. Sia, come ha promesso, il suo avvocato, lo sia di tutti i cittadini italiani che confidano nel rispetto dei diritti umani e nella loro intangibilità”.

    La morte del ricercatore italiano in Egitto, su cui deve farsi ancora luce, ha provocato negli anni una campagna, sostenuta anche da Amnesty International, che chiede verità e giustizia.

    >> Fico a TPI nel 3° anno senza Regeni: “La verità vale più di ogni altro interesse; Al Sisi mi ha mentito, ora basta bugie”

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