Il referendum costituzionale per la riforma del senato si terrà con buona probabilità a ottobre. Era necessario che lo chiedessero almeno un quinto dei componenti di una camera. E lo hanno fatto.
Il testo costituzionale all’articolo 138, quello sulla revisione, dice infatti che “[…] Le leggi stesse (di revisione costituzionale) sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.
Il 12 aprile la camera dei deputati aveva dato il via libera alla riforma con 367 voti a favore e 7 contrari.
Movimento 5 stelle, Forza Italia, Lega Nord e Sinistra Italiana, per un totale di 166 deputati, hanno presentato le firme per chiedere la consultazione popolare a ottobre, riferisce il quotidiano La Repubblica. Gli uffici della camera stanno adesso verificando le firme, che poi dovranno essere portate in Cassazione.
Il referendum in questione, detto costituzionale o confermativo, non necessita, ai fini della sua validità, di un quorum come succede invece per i referendum abrogativi.
I cittadini italiani dovranno quindi solo esprimersi a favore o contro la riforma costituzionale del ddl Boschi, e passerà l’opzione più votata, indipendentemente dal numero di votanti.
Per saperne di più sulla riforma costituzionale e sui referendum della storia repubblicana visita questi link:
— LA RIFORMA COSTITUZIONALE È (QUASI) LEGGE
— LA STORIA DEI REFERENDUM IN ITALIA