Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza le ultime notizie riguardano i lavori parlamentari per la conversione in legge del decretone che contiene anche la riforma delle pensioni Quota 100.
In commissione Lavoro di Palazzo Madama, infatti, sono da giorni in corso le presentazioni delle varie proposte di modifica sia per quanto riguarda il RdC che il nuovo meccanismo di pensionamento anticipato tanto voluto dalla Lega. Alla presentazione dei vari emendamenti ha fatto seguito il via alle votazioni su tali proposte, le quali andranno avanti per tutta la settimana così che il testo, revisionato e corretto, giunga in Aula lunedì 25 febbraio.
I due alleati di governo, Lega e M5s, sono infatti giunti a seguito di un vertice a Palazzo Chigi ad un accordo sulle modifiche: se la prima chiede maggiori controlli per assicurarsi che i futuri percettori del reddito di cittadinanza non si approfittino del sussidio, i secondi mirano invece a tutelare quelle che sono le fondamenta del nuovo beneficio economico di contrasto alla povertà.
La stretta più evidente, quindi, è proprio quella sui furbetti: nelle ultime settimane sono state diverse le notizie che parlavano di un boom delle richieste di cambi di residenza e divorzio, tutte strategie pensate al fine di abbassare il proprio Isee e aumentare le possibilità di ottenere il RdC. Da qui la richiesta del Carroccio di aumentare controlli e verifiche, la quale è culminata con la previsione dell’esclusione dal godimento del sussidio per chi ha cambiato la propria residenza dopo il 1 settembre 2018.
Saranno i vigili urbani a dover operare un attento controllo: coloro che rilasciano dichiarazioni mendaci saranno esclusi dal reddito di cittadinanza per 5 anni.
Per quanto riguarda invece i furbetti del divorzio, c’è un emendamento anche per loro: “se la separazione o il divorzio è avvenuta successivamente alla data del 1 settembre 2018 il cambio di residenza deve essere certificato da apposito verbale della polizia locale”.
Relativamente ai disabili la proposta emendativa presentata dalla Lega riguarda l’aumento della platea del RdC, ma questo prevede un intervento di modifica sulla scala di equivalenza e un parallelo aumento delle risorse.
Arrivando al capitolo dimissioni, è arrivato il via libera sulla proposta dei pentastellati riguardante il godimento del sussidio per chi si dimette: non potrà percepire il RdC solo chi si è dimesso – e non per giusta causa – e non tutto il suo nucleo familiare.
Infine, gli stranieri: approvato un emendamento a firma Lega il quale precisa che “i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono produrre apposita certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’Autorità consolare italiana”. Ciò non vale “nei confronti dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea aventi lo status di rifugiato politico; qualora convenzioni internazionali dispongano diversamente; nei confronti di cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea nei cui Paesi di appartenenza è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni”.
Non ci saranno, invece, sconti per chi assume colf e badanti o le agevolazioni fiscali per chi dall’estero viene ad abitare al Sud Italia.
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