Giovedì 27 settembre 2018 il Consiglio dei ministri ha approvato la nota di aggiornamento al Def. Il Governo ha programmato di fissare per il 2019 il rapporto deficit/Pil al 2,4 per cento: un livello giudicato rischioso dall’Unione europea a causa dell’elevato debito pubblico italiano.
La nota di aggiornamento contiene tutti i tre principali punti del contratto di governo sottoscritto dai due partiti di maggioranza, Movimento Cinque Stelle e Lega: introduzione del reddito di cittadinanza e della flat tax e superamento della legge Fornero sulle pensioni. Il governo giallo-verde ha parlato di una vittoria e Di Maio ha definito la manovra “una manovra del popolo”.
Le reazioni di giornalisti e intellettuali, favorevoli o contrari, non si sono fatte aspettare.
Il giornalista Enrico Mentana, pubblicando un post su Facebook, ha scritto: “Non mi impressiona la disputa, che sarà lunghissima, tra chi inneggia alla manovra del popolo, alla fine della povertà, e chi dall’altra parte avverte che questo governo ci sta portando col Def e la manovra sull’orlo del precipizio. E non mi preoccupa quello che si dirà a Bruxelles”.
“Ma una cosa bisogna dirla: non vedo nessuna misura che favorisca nuovo lavoro e soprattutto che favorisca quello che per me il punto decisivo: l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, meccanismi che permettano alle nuove generazioni di entrare realmente nel circuito occupazionale che oggi è per loro quasi sempre sbarrato. Non solo ma la riforma delle pensioni e porterà un ulteriore peso che graverà sulle nuove generazioni in prospettiva squilli libererà dalla parte dei meno giovani la bilancia sociale”, ha concluso il giornalista.
Massimo Giannini, giornalista di Repubblica e conduttore del programma Circo Massimo su radio Capital, ha scritto: “La gioiosa macchina da deficit ha vinto, il Tesoro ha capitolato, i cinque stelle festeggiano e i mercati crollano”.
Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, ha scritto su Twitter: “La manovra è del popolo. Nel senso che se la dovrà pagare”.
Carlo Cottarelli, ex Commissario per la revisione della spesa, ha sottolineato che finanziare le nuove misure in deficit “vuole dire finanziarle prendendo soldi dalle tasche degli italiani”.
Diego Fusaro, ricercatore universitario e autore, critica invece le posizioni polemiche verso la manovra affermando che “ammesso e non concesso che si tratti du uno schiaffo, per i mondialisti impenitenti prima viene sempre l’Europa. Poi, eventualmente, gli italiani”.
Ida Dominijanni, giornalista di Internazionale, scrive: “Vorrei suggerire a Di Maio che quando il popolo fa una manovra la fa in modo imprevisto e imprevedibile nache e soprattutto per i populisti. E di solito sono manovre che fanno male, malissimo, ai governanti”.
Tommaso Labate, giornalista del Corriere della Sera, ha detto: “Forse nella storia della Repubblica si erano mai viste una maggioranza così poco attrezzata a governare e un’opposizione così poco attrezzataa fare opposizione. Contemporaneamente”.