Con 198 sì, 35 no e 104 astenuti, la Camera di Montecitorio ha approvato in via definitiva la proposta di legge che introduce il delitto di tortura nell’ordinamento italiano.
L’esame della legge in parlamento va avanti dal 2014 quando ci fu la prima approvazione al Senato. In seguito la legge è approdata alla Camera dove era stata modificata il 9 aprile del 2015. Ulteriori cambiamenti sono stati introdotti dalla commissione Giustizia.
Dopo il via libera del Senato a maggio scorso, non sono mancate le polemiche e gli appelli perché la Camera modificasse il testo. Lo scorso 17 maggio, lo stesso primo firmatario Luigi Manconi aveva deciso di non votare per il provvedimento da lui proposto come segno di polemica. Sotto accusa c’è la formulazione del reato che, tra le varie cose, viene limitato ai soli comportamenti ripetuti nel tempo
L’ordinamento italiano si è adeguato alla convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura sottoscritta dal governo nel 1989 ma fino a oggi mai trasformata in legge. Il dibattito sulla mancanza di una norma sulla tortura si è inasprito quando l’Italia ha ammesso le sue responsabilità per le violenze contro i manifestanti del G8 del 2001 a Genova, all’interno della caserma di Bolzaneto.
Dopo un ricorso alla Corte europea dei diritti, sei delle vittime riceveranno dallo stato un risarcimento di 45mila euro ciascuna per i danni fisici e psicologici subiti.
La tortura è definita come la condotta di chi agendo con“violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico”.