“Mi dicono: ‘tornatene in Africa con il barcone’, io sono nata qui, anche se sono atea sono battezzata al Battistero, ho 50 anni, forse sono ancora più fiorentina di tanti fiorentini 30enni che mi dicono tornatene via con il tuo barcone. Sono solo dei modi ignoranti in cui si esprimono. Penso di poter portare molto altro, sono fiera di essere donna, di sinistra e nera, ma penso che ci sia molto altro”.
La candidata sindaco alle prossime elezioni comunali di Firenze, Antonella Bundu, si racconta a TPI: progetti, idee e programmi per il futuro della città.
Quarantasette anni, padre della Sierra Leone e madre fiorentina, attivista per i diritti civili in Oxfam, la Bundu sarà la prima candidata sindaco nera nella storia della città.
Certamente, nel 2019, non è questa la notizia più importante che la riguarda. Per ora – e stando ai suoi dichiarati intenti siamo solo all’inizio – la Bundu passerà alla storia per aver compiuto un piccolo miracolo.
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Per la sua candidatura come sindaco di Firenze è riuscita a convincere un fronte ampio di partiti: Sinistra italiana, Rifondazione comunista, la lista civica Firenze città aperta, Mdp articolo 1 e Possibile e Potere al Popolo.
A poco più di un anno dall’omicidio a sfondo razziale di Idy Diene, come è cambiata Firenze?
Secondo me è cambiata molto. Da quel giorno lì si è scatenato qualcosa per cui la gente non ha più quel pudore, quella vergogna di dire certe frasi o di comportarsi in modo apertamente razzista. Buttare fuori tutto quell’odio in una circostanza così fa paura, ho pianto tanto in quei giorni.
Ricorda Idy Diene?
Lavoravo qui, in piazza Santo Spirito, Idy veniva sempre qua, lo conoscevo. Da quell’episodio è stato sdoganato il razzismo, c’è stato un susseguirsi di eventi, non solo qui a Firenze, parlo anche di quello che è successo a Roma con i rom.
Da cosa dipende tutto questo?
Credo che sia perché a livello delle massime istituzioni, dai nostri rappresentanti del governo che non hanno paura a dire cose anche anticostituzionali. Anche i respingimenti fatti datti da nostro ministro dell’Interno Salvini che tutto gongolante che dice, rispetto ai migranti, “ecco li hanno salvati, li hanno riportati in Libia”.
Li hanno riportati in un posto dove si sa in questi giorni oltre ai tumulti c’è una guerra. Conosciamo quello che succede in Libia in queste carceri che noi contribuiamo a mantenere.
Cosa pensa delle relazioni dell’Italia con la Libia?
Noi legittimiamo queste persone a torturare, anche a volte a uccidere altre persone la cui unica colpa è quella di voler fuggire da fame e guerra, o cercare di migliorare la loro vita. E noi siamo qui che gongoliamo.
Se abbiamo un ministro dell’Interno, che dovrebbe esssere un rappresentante autorevole di un Paese democratico, che dice che va bene così, è chiaro che si legittima anche il cittadino normale a non porsi il problema, perché lo ha detto qualcuno che in teoria li rappresenta.
A Firenze è stato accolto il provvedimento “anti-degrado” che prevede 17 zone rosse in cui è vietato l’accesso ai cittadini sui quali pendono denunce per spaccio e altri reati. Lei cosa ne pensa?
Un provvedimento per allontanare gli ultimi, anche una persona che viene solo denunciata, da domani non può più entrare in questo spazio. Una città sempre meno aperta. L’opposto di quello che aveva detto Nardella (attuale sindaco di Firenze, ndr). Aveva detto che avrebbe fatto opposizione al decreto Salvini. Non ha fatto quello che noi faremo, ossia disobbedienza civile.
Qual è il vostro programma?
Appena saremo al governo di questa città daremo la residenza sia ai richiedenti asilo, che anche ad altre persone che non sono necessariamente migranti, stiamo parlando degli ultimi, dei senza tetto, dei senza fissa dimora, persona che non possono accedere a come come il reddito di cittadinanza.
I poveri signori italiani, o non italiani, che non hanno la residenza non possono accedere a questi benefits che in teoria sarebbero per loro. Forse dando un’alternativa vera alla destra dal 26 maggio in poi, possiamo vedere se Firenze ha voglia di mettere l’essere umano, l’uguaglianza, l’ambiente, la libertà in generale, al primo posto. Vediamo cosa risponderà Firenze.