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Raggi assolta, la reazione di Di Maio: “Giornalisti sciacalli, presto una legge sugli editori puri”

Il vicepremier Luigi Di Maio. Credit: Afp/ Gabriele Maricchiolo/NurPhoto

Il vicepremier ha attaccato la stampa, sostenendo che i giornalisti abbiano "provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi"

Di Anna Ditta
Pubblicato il 10 Nov. 2018 alle 17:32 Aggiornato il 10 Nov. 2018 alle 17:33

La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta dall’accusa di falso in atto pubblico. raggi assolta di maio

Il capo politico M5S e vice premier Luigi Di Maio ha commentato così l’assoluzione (qui le ultime notizie).

“Virginia Raggi è stata assolta. Due anni di attacchi alla Sindaca più massacrata di Italia. La magistratura ha fatto il suo dovere e la ringrazio, ha solo seguito quello che andava fatto d’ufficio”.

“Il peggio in questa vicenda lo hanno dato invece la stragrande maggioranza di quelli che si autodefinsicono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi”.

“Pagine e pagine di fakenews, giornalisti di inchiesta diventati cani da riporto di mafia capitale, direttori di testata sull’orlo di una crisi di nervi, scrittori di libri contro “la casta” diventati inviati speciali del potere costituito”.

“La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente. Gli stessi che ci stanno facendo la guerra al Governo provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque”.

“Presto faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti! Forza Virginia! Contento di averti sempre difesa e di aver sempre creduto in te”.

Anche Alessandro Di Battista, altro leader M5S, ha attaccato con forza i giornalisti su Facebook, definendoli “pennivendoli”.

“L’hanno trattata come una mafiosa, anzi peggio, perché i mafiosi, quelli veri, quelli che per anni hanno intrattenuto rapporti e frequentazioni con alcuni dei loro editori, non li hanno mai trattati così”, scrive Di Battista.

“L’hanno descritta come una ladra, l’hanno accusata di corruzione non si sa poi davvero perché. E soprattutto hanno provato a colpirla come donna trattandola persino come una ragazza dissoluta, come una cortigiana moderna, come una sgualdrina”.

A Di Maio ha risposto la Federazione nazionale stampa italiana.

“Nel giorno dell’assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, il vicepremier Luigi Di Maio insulta i cronisti e annuncia una sua legge sull’editoria”, si legge in una nota di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.

“Eppure molti di quei cronisti oggi insultati hanno denunciato in anticipo Mafia Capitale e non hanno risparmiato nulla neppure al precedente sindaco, Ignazio Marino. Ieri andavano bene e oggi no? Di Maio e chi, come lui fra i 5 Stelle, sogna un’informazione al guinzaglio deve farsene una ragione: non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro”.

Secondo l’Fnsi le frasi di Di Maio “sono la spia del malessere di chi vede vacillare un consenso elettorale costruito su annunci e promesse irrealizzabili. Quanto agli ‘infami’ e agli ‘sciacalli’ – aggiungono i vertici della Fnsi – è sicuro, il vicepremier, di non parlare anche di se stesso, considerato che il suo nome continua a figurare fra quelli degli iscritti all’Ordine dei giornalisti?”

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