Dominique Bamouni era arrivato in Italia dal Burkina Faso da almeno trent’anni. Viveva a Roma con la moglie Kadi e la figlia 18enne Maimouna, detta Maì.
Alcuni mesi fa, è morto dopo essere stato investito da un’auto mentre camminava a piedi sulla Flaminia, rientrando a casa. Aveva 63 anni.
La moglie di Dominique, Kadi, era molto dipendente dal marito, anche se ha sempre lavorato anche lei.
Dopo la morte dell’uomo ha deciso che sarebbe tornata in Africa, dove vivono i loro altri quattro figli. Sua figlia Maì invece, che è nata e cresciuta in Italia, vorrebbe rimanere nel nostro paese e continuare a studiare.
Per sostenerla in questo suo desiderio, una donna di nome Carolina Cappabianca ha deciso di lanciare una campagna di raccolta fondi sul sito Gofundme.
TPI.it l’ha contattata per chiederle il motivo di questa scelta.
La storia di Dominique
Dominique è arrivato legalmente in Italia e ha iniziato subito a lavorare. Poi ha chiesto e ottenuto il ricongiungimento familiare con la moglie, prima che Maì nascesse.
Carolina conosceva Dominique da almeno trent’anni, da quando – ricorda – lavorava come domestico a casa di amici di famiglia. Alcuni anni dopo, lui è andato a lavorare anche a casa di Carolina.
“In quegli anni ho avuto il mio primo figlio. Dominique è stato preziosissimo e ho imparato a conoscere ancora meglio la sua famiglia”, ricorda Carolina, contattata telefonicamente da TPI.it.
“Sono dei gran lavoratori. Lui si faceva in 40. Ha portato i miei cani dal veterinario quando è stato necessario, si è occupato di mio figlio come fosse suo, ha portato il mio secondo figlio a scuola quando era piccolo”.
Poi, ricorda, era una persona che andava molto al di là dei suoi compiti lavorativi. “Se io stavo male, era il primo a telefonarmi a casa per capire come stessi e se avessi bisogno di medicine”, racconta.
“Una volta Dominique ha trovato un assegno per terra, uscendo dalla porta di casa mia”, prosegue. “Era un assegno da mille euro, girato, e lui lo ha portato alla polizia. L’assegno è stato restituito al proprietario e Dominique non ha neanche ricevuto una telefonata di ringraziamento dal proprietario”.
In seguito, Dominique è andato a lavorare per il padre di Carolina, che contava tantissimo su di lui.
Per comprendere la generosità della famiglia Bamouni, Carolina racconta un episodio.
“Purtroppo, poco dopo la morte di Dominique è venuta a mancare anche la compagna di mio padre”, dice.
“Dominique era morto da appena un mese, eppure Kadi, la sua vedova, è andata da mio padre dicendo: ‘Non la posso lasciare sola in questo momento'”.
Per questo, quando Carolina ha saputo del desiderio di Maì di continuare gli studi, e della volontà della madre della ragazza di tornare in Africa, ha deciso di fare qualcosa.
Il desiderio di Maì
Dopo la morte di Dominique, Maì e sua madre sono partite insieme per portare la salma in Burkina Faso. Poi sono tornate perché Maì avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità.
La ragazza si è diplomata poche settimane fa, con voto di 80 su 100.
“Maì si considera italiana perché, oltre a essere cresciuta qui, parla l’italiano bene quanto noi, e si sente molto più a casa qui che in Burkina Faso, dove è stata credo un paio di volte in tutta la sua vita”, racconta Carolina.
La ragazza si sta informando per l’iscrizione all’università, ma non è ancora deciso se potrà proseguire gli studi, perché la madre la vorrebbe riportare con lei in Africa.
La decisione sarà presa a settembre, quindi il tempo comincia a giocare a suo sfavore.
“Inizialmente Maì voleva fare gli studi in Scienze infermieristiche, ma sta considerando anche Biologia”, dice Carolina.
“Questa ragazza studia con un’attenzione e una lena particolare fin da piccolissima”, aggiunge, “Ha vinto dei premi a scuola, si è sempre distinta: merita di avere l’opportunità di studiare, quindi cerchiamo di aiutarla”.
Per questo Carolina ha deciso di lanciare la raccolta fondi per gli studi di Maì (qui il link). L’obiettivo – 12mila euro – è ambizioso, ma sono già stati raccolti oltre 1.500 euro.
“Maì ha bisogno di avere quel minimo di sicurezza che fa stare tranquilla anche sua madre”, dice Carolina, “bisogna far sì che l’università non diventi per lei un costo in più, ma sia a costo zero. Aiutiamola a proseguire i suoi studi”.
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