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“Quota 100 a 62 anni”: come funziona la proposta di Salvini sulle pensioni

Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell'Interno. Credit: Afp
Di Enrico Mingori
Pubblicato il 16 Set. 2018 alle 07:40 Aggiornato il 16 Set. 2018 alle 08:49

Uno dei punti principali del contratto di governo siglato da Movimento Cinque Stelle e Lega riguarda la riforma della legge Fornero sulle pensioni.

L’accordo prevede l’introduzione della cosiddetta “quota 100”, in base alla quale può andare in pensione chi aderisce al sistema contributivo e totalizza 100 dalla somma di età anagrafica e anni di contributi versati.

In una prima fase il Governo sembrava intenzionato a concedere l’opzione “quota 100” a coloro che avessero almeno 64 anni d’età.

Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tuttavia, ha dichiarato che intende abbassare tale soglia a 62 anni.

Ospite del programma tv Porta a Porta, in onda lunedì 10 settembre 2018, il leader della Lega ha osservato che il meccanismo “quota 100” con 64 anni d’età “è assolutamente troppo alto”. “Io ho chiesto al massimo 62”, ha detto.

Quota 100: cos’è e come si calcola

La “quota 100” è un meccanismo per l’accesso alla pensione che si basa sulla somma tra l’età anagrafico e gli anni di contribuzione.

Il meccanismo prevede che possa andare in pensione chi si trova nella situazione per cui la somma tra la propria età anagrafica e il numero di anni di contributi versati dia, appunto, 100.

Ad esempio, raggiunge “quota 100” chi ha 65 anni e ha versato contributi per 35 annualità, oppure chi ha 60 anni e ha versato contributi per 40 annualità.

Quota 100: come funziona la proposta di Salvini

La proposta avanzata dal vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, prevede di concedere la possibilità di andare in pensione a chi raggiunge la “quota 100”, a patto che abbia compiuto almeno 62 anni.

Si tratta di una ampliamento di questa possibilità rispetto al piano iniziale del Governo, che prevedeva una soglia di 64 anni.

In base al proposta di Salvini, in pratica, potrebbero andare in pensione tutti coloro che abbiano compiuto almeno 62 anni e abbiano anche versato contributi per almeno 38 annualità.

Secondo quanto ipotizzato dal vicepremier, questo meccanismo entrerebbe in vigore a partire dal 2019.

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