Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Teorie del complotto e massoneria: cosa sono i Protocolli dei Savi di Sion

Il testo è uno dei falsi storici più noti del Novecento, usato come giustificazione teorica dell'antisemitismo

Di Marco Nepi
Pubblicato il 20 Feb. 2019 alle 07:00 Aggiornato il 6 Mar. 2019 alle 12:07

Ha suscitato polemiche e indignazione il post pubblicato dal senatore del Movimento 5 Stelle Ennio Lannutti, in cui si rimandava alla nota e falsa teoria cospirazionista degli “Anziani di Sion”. Di fronte alle polemiche e alle accuse di antisemitismo, il pentastellato ha poi cancellato il post e si è scusato, affermando che non condivideva il contenuto dell’articolo in cui si sosteneva l’esistenza di una cospirazione messa in atto dagli ebrei per ottenere il controllo della comunità internazionale.

Conosciuto anche come “Anziani di Sion”, i “Protocolli dei Savi di Sion” indica una documentazione falsa, creata dalla polizia segreta zarista, che attribuiva alla comunità ebraica il piano di cospirare contro la comunità internazionale per arrivare a impadronirsene, controllandola. È stato scritto sulla base di un plagio di un testo di Maurice Joly (Dialogo all’inferno tra Machiavelli e Montesquieu), redatto contro Napoleone III, e arricchito da brani tratti dalla cultura russa, tedesca e pubblicistica varia.

Nella sua prima stesura deve essere attribuito a Sergej Aleksandrovič Nilus, che aveva contribuito a diffonderne personalmente le copie in Russia, fino ad arrivare alla sua pubblicazione da parte di Kruševan e alla circolazione in tutta Europa.

Sin dai primi anni Venti del Novecento, si sottolineò la natura falsa del documento, che riuscì lo stesso a diventare uno dei principali strumenti di propaganda di movimenti fascisti e antisemiti, utilizzato per provare l’esistenza di un complotto ebraico internazionale.

Nel 1921 il Times di Londra mostrò a tutti che si trattava di un falso, scritto sulla base di fonti inventate, ma Adolf Hitler lo utilizzò come uno dei materiali di partenza per il “Mein Kampf”, impiegandolo come giustificazione della necessità di una lotta senza freni alla comunità ebraica per tutelare la Germania pura e ariana.

Negli anni Venti del XX secolo, Henry Ford ha usato il “Protocollo” come punto di partenza per accusare la comunità ebraica di cospirare contro gli Stati Uniti, finanziando la pubblicazione di 500 mila copie, ma a citarlo sono stati anche dirigenti iraniani fino ad arrivare a Hamas, che non lo hanno mai considerato un falso storico.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version