Le proteste dei cittadini di Torre Maura, quartiere dell’estrema periferia est di Roma, hanno raggiunto il loro obiettivo. Il Campidoglio, infatti, ha comunicato che 70 persone tra rom, sinti e caminanti, destinate inizialmente al centro di accoglienza di via Codirossoni, saranno presto ricollocate.
Da martedì 2 aprile, infatti, Torre Maura è nel caos. Nei giorni precedenti è circolata la notizia secondo cui 70 persone sarebbero state accolte all’interno del quartiere. Il progetto, come spiegato dal Campidoglio, è regolarmente previsto da un bando europeo regolarmente indetto dal comune nel 2015, vista anche la contemporanea chiusura del centro di via Toraldo, a soli tre chilometri di distanza da Torre Maura, il cui proprietario ha chiesto di rientrare in possesso dei locali.
Il trasferimento, dunque, voleva anche essere un modo per garantire a queste persone servizi più strutturati e un’organizzazione migliore. Ma il comune di Roma non aveva fatto i conti con gli abitanti del quartiere, che nella giornata di martedì 2 aprile sono scesi in strada per esprimere tutto il loro dissenso all’arrivo dei 70 rom.
Circa 200 persone si sono riversate nelle strade, per una protesta che è iniziata in forma pacifica, ma che in poco tempo ha assunto toni violenti. Gli abitanti hanno innalzato le barricate per impedire ai mezzi dei vigili del fuoco di passare, per poi bruciare alcuni cassonetti e persino un’automobile. Una situazione che ha richiesto l’intervento degli agenti in assetto antisommossa.
A un certo punto, quando hanno visto un funzionario intento a distribuire del pane a quelle 70 persone, i cittadini hanno preso i panini e li hanno gettati a terra, calpestandoli. “Fate schifo, zozzoni – hanno urlato – e gli portate pure da mangiare. Devono morire di fame”.
Una protesta che si è trasformata in una vera rivolta popolare. Nessuno, a Torre Maura, aveva intenzione di accogliere quei 70 rom, tra i quali ci sono 33 bambini, 22 donne (tre delle quali in stato avanzato di gravidanza). In mezzo ai manifestanti anche tanti esponenti di estrema destra, tra cui CasaPound, che ha rivendicato anche su Facebook il proprio ruolo.
Così, quando ormai era notte inoltrata, il Campidoglio ha dovuto arrendersi: “Entro sette giorni” i 70 rom e sinti saranno spostati nelle altre strutture cittadine. La decisione è arrivata al termine di un lungo incontro svoltosi nella presidenza del VI municipio tra il presidente Roberto Romanella, una delegazione di cittadini di Torre Maura, Stefano Castiglione (capo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi), Stefano Castiglione e la dirigente dell’ufficio rom del Comune.
Leggi l'articolo originale su TPI.it