Decine di pastori hanno bloccato lo svincolo di Losa, nell’Oristanese, sulla strada statale 131 all’altezza dell’abitato di Abbasanta, inscenando una nuova clamorosa protesta per rivendicare un’equa remunerazione del latte ovino e delle carni.
Una cisterna della cooperativa Cao è stata bloccata e il latte riversato sulla carreggiata. La circolazione in direzione Cagliari è temporaneamente bloccata. Sul posto numerosi uomini delle forze dell’ordine.
Il latte scorre anche nelle strade del centro di Macomer (Nuoro), dove un gruppo di pastori esasperati ha sversato sull’asfalto numerosi bidoni.
Al centro della protesta, che ha infiammato anche altri allevatori del Nuorese, fra Orune, Bitti e Siniscola, c’è il prezzo del latte – considerato troppo basso – pagato dai caseifici.
Come anticipo per la nuova campagna, ai pastori gli industriali della trasformazione intendono pagare un anticipo di 0,60 euro al litro, mentre ieri a Cagliari, al cosiddetto ‘Tavolo latte’ convocato dall’assessorato regionale all’Agricoltura, gli allevatori ne hanno chiesti almeno 0,77, il minimo per coprire i costi di produzione.
Intanto, monta la protesta del mondo delle campagne. Coldiretti Sardegna è in piena mobilitazione: “Crediamo che sia praticabile la strada di rivedere il prezzo del latte”, afferma il presidente Battista Cualbu.
“Per la prima volta gli industriali caseari aprono alla possibilità di rivedere il prezzo, adesso però vogliamo atti concreti. Per questo continuerà la nostra pressione, faremo sentire la rabbia e l’esasperazione che si sta vivendo negli ovili”.
“Da tre mesi spieghiamo che con questa remunerazione si faranno chiudere gli ovili”, spiega il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, “per questo abbiamo chiesto di fare squadra, di ragionare da filiera e stringere tutti sacrifici per superare questo momento. È l’unica strada praticabile per mostrarci uniti, dare segnali incoraggianti al mercato”.
“Non può prevalere sempre l’egoismo la strada semplice di scaricare solo sui pastori i costi della crisi”, aggiunge Cualbu. “Il prezzo proposto è inaccettabile. Gli ovili sono una polveriera, la tensione è altissima e incontrollabile e quanto sta avvenendo sta a dimostrarlo”.
“Se questi pochi giorni non porteranno a nulla”, annunciano i vertici di Coldiretti, “siamo pronti a percorrere tutte le strade per denunciare
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