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Protesta del latte, ipotesi di accordo a 72 centesimi e tre giorni di tregua

A Cagliari, nove ore di confronto alla presenza del ministro Centinaio

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 16 Feb. 2019 alle 20:14

Tre giorni di tregua e un’ipotesi di chiusura della vertenza latte a 72 centesimi a litro. È quanto filtra dalla riunione che si svolge in prefettura a Cagliari col ministro Gian Marco Centinaio. Si stanno definendo i dettagli per arrivare a un euro secondo in complesso meccanismo di interventi con fondi statali e regionali.

La proposta sul tavolo è quella di 72 centesimi per ogni litro di latte oggi, per raggiungere l’euro richiesto dagli allevatori a fine stagione.

Il confronto si è prolungato per quasi nove ore, il 16 febbraio a Cagliari. I pastori sardi non erano disposti a scendere sotto l’euro, ma sul tavolo devono essere giunte le garanzie che cercavano. Infine si è deciso di procedere a tre giorni di tregua delle proteste.

Alla riunione, tenutasi il 16 febbraio nella Prefettura del capoluogo sardo, si è svolta alla presenza del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, l’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria, le associazioni agricole (Coldiretti con il presidente nazionale Ettore Prandini, Copagri, Legacoop, Confagricoltura), e gli industriali.

L’incontro a Roma

Il 14 febbraio 2019 si è svolto al Viminale un incontro tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e i pastori sardi che da più di una settimana protestano per il ribasso del prezzo del latte.

Dopo ore di trattative il ministro Salvini ha deciso di sospendere i lavori e di rimandare la discussione a sabato in Sardegna: i pastori e gli industriali non hanno trovato un accordo.

Poco prima dell’incontro, il Movimento dei pastori sardi aveva comunicato le sue richieste al Governo, la più importante delle quali era il pagamento di 1 euro più IVA per ogni litro di latte.

Secondo quanto si era appreso nel corso della giornata da fonti che hanno preso parte all’incontro al Viminale, il Governo avrebbe offerto ai pastori il ritiro di 67mila quintali di forme di pecorino in eccedenza che potrebbero essere date a mense per i poveri e ospedali.

Il Viminale avrebbe quindi messo a disposizione 14 milioni, il Mipaaft 10 milioni, la Regione Sardegna altri 10 milioni e altri 10 dovrebbero arrivare dal Banco di Sardegna, per un totale di 44 milioni.

Attraverso questa operazione, l’obiettivo era far salire il prezzo del pecorino e del latte, ma i pastori hanno continuato ad insistere sull’aumento del prezzo di 1 euro al litro.

Perché i pastori protestano

Al centro della protesta, che ha infiammato anche altri allevatori del Nuorese, fra Orune, Bitti e Siniscola, c’è il prezzo del latte – considerato troppo basso – pagato dai caseifici.

Gli industriali della trasformazione hanno comunicato ai pastori che  intendono pagare il loro latte a 0,60 centesimi al litro. Gli allevatori però chiedono un minimo di 0,77 per poter coprire i costi di produzione.

 

 

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