Quattro buste contenenti proiettili e minacce indirizzate all’ex senatore Pd Stefano Esposito e alle agenzie di stampa Ansa e LaPresse, sono state intercettate al centro di smistamento delle poste di Torino. Le missive sono state poste sotto sequestro, con la digos che indaga per risalire al mittente.
Le quattro buste erano indirizzate al prefetto di Torino, Claudio Palomba, e contengono “messaggi sulla Tav”.
Già in passato Esposito, da sempre favorevole alla Torino-Lione, era stato oggetto di lettere minatorie. Nel luglio 2013 il parlamentare aveva trovato nella buca delle lettere della propria abitazione una missiva contenente esplicite minacce, firmata con una stella a cinque punte.
“Stefano Esposito è un uomo coraggioso. Ha fatto battaglie controcorrente in Parlamento e fuori: a favore della TAV e contro la violenza di alcuni che si oppongono all’opera. Con la stessa grinta ha combattuto il cartello mafioso di Ostia e si è battuto contro alcune famiglie come gli Spada” è il messaggio di solidarietà, su Facebook, dell’ex premier Matteo Renzi.
“Oggi a Esposito sono arrivate minacce serie dai NO TAV” continua Renzi. “Voglio dare un abbraccio alla sua famiglia, innanzitutto, perché in questi casi i primi a rimetterci sono proprio le persone più vicine. E voglio dire a Stefano che noi non lo lasceremo solo. Mai”.
Dura anche la reazione del Pd di Torino: “Quanto è accaduto è raccapricciante e da condannare fermamente. Ci auguriamo che gli investigatori facciano luce quanto prima sull’accaduto individuando i responsabili, autori di un gesto così vile”.
Solidarietà all’ex senatore e ai giornalisti delle due agenzie di stampa sono arrivate anche dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, che ha parlato di “ignobile gesto intimidatorio”.
“In nessun caso”, commenta Appendino, “possono essere accettate azioni che escano dal perimetro del dibattito politico”.
Intanto continua a tenere banco, a livello politico, lo scontro tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico dopo il duro attacco di Alessandro Di Battista che durante la trasmissione Che tempo che fa ha lanciato il sospetto di “intercettazioni di ‘ndranghetisti per le quali, per come conosco il Paese, non si vuole uscire dalla Tav perché qualcuno si è già ‘steccato’ delle tangenti, che ai tempi attuali hanno la forma più delle consulenze”.
“A cosa si riferisce bisognerebbe chiederlo a lui. Così, se lo dice, se è il caso lo si può querelare”. Cosi il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino ieri al termine della riunione dell’Osservatorio sulla Tav in prefettura a Torino è intervenuto a proposito delle dichiarazioni rese da Di Battista in studio da Fabio Fazio.
“Sarebbe opportuno avere un riferimento non troppo generico” ha aggiunto “perché così qualcuno di noi può avere gli strumenti per fare querela e finalmente si andrà nelle sedi opportune a chiarire la questione”.
E anche le “madamin”, le organizzatrici delle due manifestazioni del 10 novembre 2018 e del 12 gennaio 2019 a favore dell’opera, si sono scagliate contro Di Battista: “Le sue insinuazioni sono gravissime. Ci riteniamo offese insieme a tutti coloro che sostengono il completamento dell’opera”.
“Ci abbiamo messo la faccia” aggiungono “e sappiamo chi siamo. Così hanno fatto le 40mila persone che sono scese in piazza. Allora in piazza c’era la ‘ndrangheta?”.