“Ho realizzato il mio sogno, il sogno che tante ragazze custodiscono”. C’è tanta tenerezza nelle parole di Alessia Cinquegrana, che un tempo si chiamava Giovanni e che ad aprile 2017 ha sposato ad Aversa il compagno di una vita, Michele Picone, con il quale è fidanzata dal 2006.
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Alessia, ex Miss Trans 2014, ha 29 anni, è un’insegnante di ballo e stilista, ed è la prima transessuale ad approdare al matrimonio in Italia senza aver completato il cambiamento di sesso.
Il matrimonio tra Alessia e Michele non è solo l’unione tra due persone che reciprocamente si sono giurate amore eterno. È anche un simbolo, un evento storico: è il primo matrimonio celebrato in Italia di una trans che ha ottenuto l’attribuzione del sesso femminile e il riconoscimento del nuovo status senza passare per l’intervento chirurgico.
“Ho tante amiche che sognano di sposarsi”, spiega Alessia a TPI. “L’essere donna, sentirsi donna, è anche avere di questi desideri”.
Quando hai iniziato la tua battaglia per il riconoscimento giuridico del diritto di essere donna?
Ho iniziato nel 2016, ci sono voluti mesi ma a gennaio 2017 abbiamo ottenuto tutti i documenti. Io e il mio fidanzato sognavamo da tempo di sposarci, stavamo solo aspettando che tutte le carte fossero in ordine.
Il tuo è stato un percorso difficile, una scelta che non tutti hanno compreso e accettato. Quando hai sentito di essere una donna?
Avevo 14 anni e già all’epoca andavo a comprare i vestiti che fossero quanto più femminili possibile. Ricordo che mi mettevo d’accordo con la commessa per fare in modo che quando tornavo nel negozio con mia madre tirasse fuori i jeans dal reparto maschile, anche se li avevo scelti in quello femminile. Il mio fisico, i miei fianchi, tutto di me disegnava una volontà femminile.
Ho sempre saputo di essere una donna, nonostante le sofferenze.
Con chi ti sei confidata?
La prima persona a cui l’ho detto è stata mia sorella, la quale mi ha sempre difesa da chi si beffava delle mie movenze esplicitamente effeminate. Poi sono riuscita a dirlo a mia madre.
Mio padre non l’ha mai accettato: ha sempre negato anche con se stesso e con gli altri. Per lui e la sua famiglia è una vergogna, qualcosa da nascondere dietro bugie. “Fa il ballerino”, rispondeva a chi gli appuntava qualcosa sulle mie movenze un po’ particolari.
Pensi di operarti prima o poi?
Mi sento donna anche così ma il pene è certamente una cosa che mi dà fastidio, soprattutto quando mi guardo allo specchio. Se mi osservo in intimo vedo un bel corpo femminile: un corpo che mi gratifica come ragazza.
Ho subito molti interventi in questi anni. Paradossalmente ho lavorato tanto sulle parti come il viso, le corde vocali, il seno, e non sull’intervento più importante. Sono stati interventi dolorosi, costosi e adesso non sono ancora pronta per un’altra operazione così pesante.
Ci vuole tanta forza di volontà, ma è qualcosa che voglio fare per me.
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A tuo marito va bene così?
Michele mi ha sempre amata per quella che sono. Il nostro è un amore di testa, non è stata un’ attrazione fisica. Lui vuole che io sia serena e che faccia quello che mi sento di fare. Lo conosco da quando ero un’adolescente, siamo cresciuti insieme.
È vero che pensi di adottare un bambino?
Non è una cosa che farò nell’immediato. Adesso devo stabilizzarmi economicamente e costruire le fondamenta per dare garanzie a un futuro bambino. Non è una scelta avventata, quando ci sarà tutto questo penserò a un figlio.
Sei consapevole che il tuo matrimonio rappresenta un passo importante per il nostro paese?
Quando sono arrivata in piazza c’erano centinaia di fotografi, mi sono sentita al centro dell’attenzione.
Le critiche non sono mancate e alcune sono state davvero difficili da sostenere. Ma so che ho fatto la cosa giusta: sono una tradizionalista e per me il matrimonio è un passo fondamentale che non volevo negarmi.
Ora sogno il giorno in cui a luglio riuscirò a sposarmi proprio in abito bianco, quello per me è davvero il giorno più importante.
Cosa pensi della società oggi: è più aperta culturalmente rispetto al passato?
Le cose sono molto cambiate nel corso degli anni, la società si è evoluta. Alle parate gay partecipano anche eterosessuali, bambini e intere famiglie.
Ma restano ancora dei retaggi difficili da scalfire e alle volte stesso all’interno della nostra comunità commettiamo degli errori. Siamo poco solidali tra di noi.
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