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I porti italiani non sono chiusi: la retorica di Salvini smentita dai dati del Viminale sugli sbarchi

La nave Sea Watch e, a destra, il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Ci sono stati 359 sbarchi a dicembre 2018, e anche negli ultimi giorni dell'anno diversi migranti sono approdati nei porti italiani

Di Redazione TPI
Pubblicato il 7 Gen. 2019 alle 13:50 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:34

“Quanti migranti accogliamo? Zero, abbiamo già dato. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono erano e saranno chiusi”.

È quanto affermato lunedì 7 gennaio, in una diretta Facebook, dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, in riferimento alla vicenda delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye, con a bordo complessivamente 49 migranti, bloccate dal 22 dicembre 2018 nel mar Mediterraneo in attesa di un porto sicuro dove poter sbarcare.

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Dopo la presa di posizione del premier Conte, che aveva aperto alla possibile accoglienza di 15 dei 49 migranti, Salvini ha ribadito il suo secco no, utilizzando ancora una volta l’espressione-simbolo della sua politica dell’accoglienza zero, quella dei “porti chiusi”.

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Tuttavia, come i dati appena diffusi proprio dal suo ministero dimostrano, i porti italiani non sono affatto “chiusi”: il Viminale riporta infatti che ci sono stati 45 sbarchi il 27 dicembre 2018, 39 il 28 dicembre, 37 il 29 dicembre e 41 il giorno prima di Capodanno.

Qui il grafico preso dal sito del ministero dell’Interno:

Ma c’è di più: non solo i porti italiani non sono chiusi in questo momento, ma non lo sono mai stati, nemmeno dopo la vicenda della nave Diciotti e i primi proclami del vicepremier.

Il cruscotto informativo pubblicato dal Viminale, infatti, evidenzia come da quando Salvini ha dichiarato di aver chiuso i porti alle navi delle ong, sono sbarcati in Italia 3.293 migranti.

Il dato complessivo di dicembre è di 359 sbarchi.

Se è vero che il numero totale di sbarchi è diminuito considerevolmente nell’ultimo anno (23.370 nel 2018 a fronte di 119.369 del 2017), è invece falso che l’Italia abbia sbarrato la porta ai migranti impedendo loro di approdare via mare nei porti del nostro paese.

Come avevamo già spiegato in questo articolo, del resto, la decisione di chiudere i porti può comportare la violazione di convenzioni internazionali sui diritti umani come la Convenzione di Ginevra e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

Il singolo stato ha infatti la facoltà di chiudere i porti impedendo l’accesso alle navi delle Ong. Tuttavia, se su quelle stesse navi vi sono persone in pericolo o che necessitano di assistenza immediata e di cure mediche urgenti, il rifiuto di farle attraccare nel proprio paese può determinare la violazione delle convenzioni sopracitate.

In Italia, inoltre, non esistono precedenti di chiusura nei porti alle navi delle Ong. Nel 2017, il ministro dell’Interno Minniti valutò l’ipotesi di non consentire l’accesso ai porti alle Ong che non battevano bandiera italiana. Non si arrivò però a una decisione effettiva in questo senso.

L’espressione “porti chiusi” utilizzata da Salvini, insomma, rappresenta la strumentalizzazione di un’emergenza umanitaria attraverso al diffusione di quella che è a tutti gli effetti una fake news.

I porti italiani non sono mai stati chiusi, e la scelta di non far sbarcare i migranti delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye andrebbe spiegata agli italiani in un altro modo.

Ad esempio, cominciando col dire la verità.

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