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I principali ponti e viadotti monitorati per impedirne il crollo dopo la tragedia di Genova

Il ponte Vespucci sull'Arno a Firenze

Amministrazioni locali e società di monitoraggio, scosse da quanto accaduto, si stanno muovendo per evitare altre tragedie annunciate. Quanti sono i ponti a rischio? Quali quelli monitorati? In che stato è la manutenzione?

Di Laura Melissari
Pubblicato il 21 Ago. 2018 alle 10:50 Aggiornato il 21 Ago. 2018 alle 12:08

Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, che ha provocato più di 30 vittime, i ponti e i viadotti italiani sono sotto i riflettori.

Amministrazioni locali e società di monitoraggio, scosse da quanto accaduto, si stanno muovendo per evitare altre tragedie annunciate. Quanti sono i ponti a rischio? Quali quelli monitorati? In che stato è la manutenzione?

Quelli più nell’occhio del ciclone sono certamente quelli costruiti dall’ingegner Morandi. Ecco l’elenco completo delle opere progettate tra gli anni 40 e 80 dall’ingegnere romano:

Ed ecco  invece quali sono e dove si trovano i ponti sotto i riflettori, al centro di recenti operazioni di manutenzione:

Firenze

A Firenze si stanno monitorando il ponte Vespucci e il Ponte San Niccolò, uno a valle e uno a monte di Ponte Vecchio. Sono ponti sorvegliati dai tecnici del comune. Sono stati entrambi progettati (uno da zero e l’altro solo per quanto riguarda il restauro) dall’ingegner Riccardo Morandi.

Il ponte Vespucci è sotto osservazione perché vi sono state rilevate delle erosioni all’altezza della “pila in sinistra idraulica sotto piazza Cestello con scalzamento dei pali di fondazione”.

Roma

Tra i ponti a rischio, che ingegneri ed esperti hanno denunciato, vi è ad esempio quello della Magliana, a Roma. A lanciare l’allarme la Facoltà di Ingegneria della Sapienza. In un convegno a dicembre 2017, alcuni professori e il preside della facoltà di ingegneria, Antonio D’Andrea, si sono riuniti per parlare dei ponti storici di Roma. Il professore Remo Calzona, ordinario di Tecnica della Costruzioni in un relazione tecnica sostiene che il ponte sia insicuro.

Si tratta del ponte che costeggia il Tevere, nel quartiere Magliana. Quel tratto di strada è attraversato ogni giorno da centinaia e centinaia di auto e mezzi che provengono o viaggiano in direzione Fiumicino.

Di dimensioni ridotte, il ponte romano non può che ricordare quello di Genova crollato il 14 agosto. Non solo per la soluzione strutturale in cui si presenta, ma anche per i materiali utilizzati.

E proprio il Professor Remo Calzona, per decenni docente di Tecnica delle costruzioni a La Sapienza, allievo di Morandi, torna a lanciare l’allarme in una lunga ed esaustiva intervista al Corriere della Sera, spiega le ragioni della sua preoccupazione e chiede al Campidoglio di provvedere alla messa in sicurezza dell’area.

“Il ponte della Magliana ha oggi elevate possibilità di un crollo”, ha detto il Professore, senza lasciare spazio a dubbi. “Questa struttura presenta da tempo gravi difetti. Intanto, non è mai stata collaudata. Non sono state fatte prove di carico e di tensione. È un ponte fuorilegge da quando è stato aperto, nel 1950”.

Fiume Po

Il sorvegliato speciale è il ponte sul Po a Colorno, che è già stato chiuso alla viabilità a settembre 2017. Sempre sul Po nel 2009 era crollato un altro ponte, tra Piacenza e Lodi. Per il ponte sul Colorno sono stati investiti 5 milioni di euro per metterlo in sicurezza, ma sono in tanti a sostenere che vada costruito da zero, perché comunque non avrebbe vita più lunga di 10 anni.

Tra Ferrara e Rovigo c’è un altro ponte sottoposto a lavori di manutenzione, che risale al 1949. Sarà riaperto il prossimo ottobre, e pronto al transito di 30mila veicoli al giorno.

Milano

Anche sulla Milano Meda la situazione ponti è critica, come rivela un’inchiesta pubblicata sul Corriere della sera. Sulla strada transitano ogni giorno centomila automobili. L’anno scorso l’ingegnere Giuseppe Giunta, tecnico della provincia di Monza, incaricato di verificare le condizioni dei cavalcavia, aveva sostenuto la necessità di bloccarli al traffico.

Il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Roberto Invernizzi, ha però rassicurato sulla stabilità dei cavalcavia dicendo che i ponti resteranno aperti, poiché non c’è nessun allarme. “Dalle verifiche costanti che abbiamo fatto, non emergono criticità tali da farli chiudere. Sono opere vecchie, ma che vengono monitorate e verificate costantemente sulla base di indagini scientifiche, che stabiliscono quali pesi e volumi di traffico possono sopportare”, specifica.

Campania

Anche a Salerno ci sono ponti che sono sorvegliati per impedire il rischio crollo. Ad esempio il Viadotto Gatto, che è una delle strade maggiormente trafficate della città campana, è attualmente sottoposto a complessi lavori di manutenzione “attraverso prove di carico, rilievi, droni ed ogni utile ausilio tecnologico”.

Calabria

In Calabria vi sono alcuni ponti a rischio: il Cannavino tra Paola e Crotone e il Petrace tra Gioia Tauro e Palmi, il ponte Celico, che collega le città di Crotone e Cosenza lungo la strada Statale 107.

Sicilia

In Sicilia sono stati tanti i ponti crollati o chiusi perché a rischio crollo. Tra i ponti più pericolosi, e sottoposti a monitoraggio vi sono il ponte Morandi e il ponte Petrusa ad Agrigento. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, ha detto  dice che si sta lavorando a una mappatura, “ad un monitoraggio che sarà utile per effettuare gli interventi con criterio e non con l’improvvisazione con la quale si è agito in passato”.

Tra i tratti più a rischio vi è la Palermo-Messina, la A20, sviluppata tra viadotti e gallerie.

Veneto

Anche in Veneto si sta agendo per tenere sotto controllo i ponti. La società Concessioni Autostradali Venete ha fatto sapere a Repubblica.it che “i circa 80 ponti e viadotti sui 77 chilometri di tratte autostradali in gestione in Veneto alla società tra A4, Passante, A57-Tangenziale di Mestre sono tenuti sotto stretta osservazione, grazie anche ad software basato sul monitoraggio continuo dei vari elementi che compongono queste opere”.

Abruzzo

Sull’autostrada dei Parchi, dopo i recenti terremoti, i viadotti e i ponti sono sotto stretta osservazione e a tratti la viabilità viene interrotta temporaneamente.

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