“È necessario un grande sforzo di unità di tutte le forze politiche, senza distinzione di appartenenza, del governo centrale, della Regione Liguria, del Comune di Genova e degli altri soggetti pubblici e privati in qualunque modo gravati da compiti e responsabilità in questa immane tragedia”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in audizione nelle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato sul crollo del ponte Morandi, che ha causato la morte di 43 persone.
“Questo Governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l’interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari”, ha sottolineato il ministro.
“A partire da settembre convocherò tutti i concessionari delle infrastrutture, chiedendo un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a realizzare un programma di riammodernamento delle infrastrutture destinando”, ha aggiunto.
“È inaccettabile una tragedia come questa che poteva e doveva essere evitata. Il crollo di Genova non è dovuto a una tragica casualità ma è un evento che conferma drammaticamente quello che questo governo e questo ministero hanno sostenuto fin dal loro insediamento”, ha evidenziato.
“Nelle linee programmatiche lo scrivemmo chiaramente: la prima vera grande opera di cui ha bisogno questo paese è un imponente e organico piano di manutenzione ordinaria e straordinaria del nostro territorio e delle nostre infrastrutture esistenti. Bisogna smettere di inseguire le emergenze e bisogna ricominciare a programmare gli interventi per evitare che eventi di questo genere vengano a determinarsi”, ha aggiunto.
Toninelli afferma che il servizio ispettivo che opera presso il ministero sarà potenziato, “valutando anche il ripristino di quella Agenzia che avrebbe avuto una maggiore autonomia e che i governi precedenti non hanno voluto istituire, in modo da assicurare una rigorosa e puntuale vigilanza sull’operato dei concessionari e sul rispetto dei vincoli che la legge e le convenzioni pongono a loro carico”.
Quanto alla mossa della società nell’orbita Benetton – che, nella mattina di lunedì 27 agosto, ha deciso di pubblicare i documenti, compreso il piano finanziario, della convenzione stretta con il Mit – il giudizio del ministro è netto: “Ecco gli effetti dell’azione politica del Governo del cambiamento. Dopo quasi 20 anni dalla privatizzazione, dopo 20 anni di segreti e di omissis, Autostrade per l’Italia dice improvvisamente di voler fare trasparenza cercando di far apparire il proprio gesto come spontaneo e dettato da un autonomo desiderio di venire incontro all’interesse pubblico”.