Nelle prime ore dell’alba di giovedì 1 dicembre la polizia ha arrestato a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, il boss della ‘ndrangheta Marcello Pesce.
Il malvivente era stato condannato in appello a 16 anni di carcere, per associazione di stampo mafioso, ed era ricercato dal 2010, quando era riuscito a sfuggire alla cattura nell’operazione All Inside.
Marcello Pesce – 52 anni, detto “U Ballerinu” perché amava frequentare i locali fa parte dell’omonima cosca guidata da Antonino Pesce, operativa nella Piana di Gioia Tauro, con legami in Lombardia e in tutto il nord Italia e considerata dagli investigatori una delle più potenti.
Pesce aveva puntato a investire nelle aziende settentrionali per riciclare i milioni incassati dal traffico di droga, ma aveva anche un forte controllo sul territorio.
Il boss era nascosto in un’abitazione nel centro di Rosarno. Il blitz della squadra mobile di Reggio Calabria è scattato attorno alle 5, quando si è avuta la certezza che il ricercato fosse proprio in quel nascondiglio.
L’uomo, al momento dell’irruzione degli agenti, era in camera da letto disarmato e non ha opposto resistenza. Insieme a Pesce sono stati arrestati altre due persone, con l’accusa di favoreggiamento.
Pesce era tra i latitanti di ‘ndrangheta più importanti ancora liberi e aveva numerosi precedenti, da omicidio doloso a reati legati al traffico di stupefacenti.
Leggi l'articolo originale su TPI.it