“Buonasera Ministro @luigidimaio, ci tengo a farle sapere che, anche grazie a lei e al suo decreto dignità, oggi mi hanno confermato che da settembre sarò finalmente un disoccupato. Non è che per caso @Tboeri aveva ragione? Ma tanto io aspetto il suo reddito di cittadinanza, no?”.
Così, in un tweet dal sapore amaro, uno degli ottomila lavoratori che rischiano di restare a casa per le disposizioni del decreto Dignità, si scaglia contro il padre della misura, Luigi Di Maio. Il tweet è diventato virale e ha inasprito ancora di più il clima attorno al tanto discusso decreto fortemente voluto e sponsorizzato dal vicepremier Di Maio.
Il “procrastinatore seriale” – così si definisce il profilo di “Tony Nelly” che ha scritto il Tweet – tira in ballo oltre al ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, anche Tito Boeri, presidente dell’Inps. Il riferimento esplicito è alla querelle seguita alla relazione tecnica dell’Istituto nazionale di previdenza sociale in cui si sottolineava che, così come era stata scritta, la misura voluta da Di Maio avrebbe potuto determinare un saldo negativo di assunzioni.
Saldo negativo di cui chi ha scritto il tweet sarebbe una delle vittime.
Ma non è la prima volta che Tony Nelly (Simone al secolo) si esprime in modo critico nei confronti delle scelte di governo, in particolare in fatto di lavoro. Solo il 26 luglio, Simone scriveva: “Stasera con questo timorino che fra poco più di un mese potrei rimanere senza lavoro e allora mi mangio una coppa del nonno”.
Qualche giorno dopo, il 30 luglio, Tony Nelly twittava ancora: “Io per la situazione politica, sociale e culturale dell’Italia sono seriamente preoccupato e ogni volta che leggo una notizia mi pervade una sensazione di angoscia mista a rabbia che raramente ho vissuto”.
Dopo che il tweet è diventato virale, in tanti hanno mostrato vicinanza a Tony Nelly sui social network. In molti, come scrive lui stesso, gli hanno fatto gli auguri. Ovviamente, Simone è stato oggetto anche di attacchi e critiche, ma il ragazzo ringrazia anche loro: “Mi hanno insultato in varie forme e modi, perché mi fanno capire che sono nel giusto”.
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