In concomitanza con la giornata internazionale della donna è stato indetto uno sciopero che ha avuto eco in oltre 40 paesi del mondo. L’idea è partita dalle attiviste argentine di Ni Una Menos che ha lanciato l’idea lo scorso 23 gennaio.
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In Italia lo sciopero delle donne con astensione dal lavoro è stato promosso dalla rete Non Una di Meno che il 26 e 27 novembre 2016 ha portato nelle strade di Roma più di 200mila tra donne e uomini contro la violenza maschile sulle donne.
Alla rete #nonunadimeno ha aderito anche D.i.Re, Donne in rete contro la violenza. Per la prima volta anche i 77 centri antiviolenza che fanno parte della rete hanno partecipato ad uno sciopero.
Lo sciopero generale di 24 ore è stato proclamato ufficialmente da diverse realtà del sindacalismo di base. Allo stop si sono uniti i sindacati Flc-Cgil, Usi-Ait, Adl-Cobas, Slai Cobas, Cobas-Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usb, Sgb.
Obiettivo della protesta è far sentire il peso politico e sociale delle donne attraverso un giorno di “astinenza” dal lavoro e dagli acquisti, e stimolare così una discussione attorno a uno spettro di tematiche, che spazia dalla parità di genere alla salute pubblica delle donne, dalle politiche di integrazione alle rivendicazioni Lgbtqi.
Si sono fermate le lavoratrici precarie, dipendenti, autonome e disoccupate, che si sono organizzate in diversi scioperi e assemblee nelle strutture sanitarie, nelle aziende, nelle università e nelle scuole grazie alla copertura sindacale per 24 ore, nei settori pubblico e privato, di Cgil Flc e delle organizzazioni sindacali di base (Cobas, Usb, Slai, Cobas, Usi, Sgb).
Riportiamo di seguito gli otto punti essenziali che la rete Non Una di Meno ha addotto a sostegno delle manifestazioni in tutta Italia:
1. La risposta alla violenza è l’autonomia delle donne
Scioperiamo contro la trasformazione dei centri antiviolenza in servizi assistenziali.
2. Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne
Scioperiamo perché vogliamo la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile contro le donne, da quella psicologica a quella perpetrata sul web e sui social media fino alle molestie sessuali sui luoghi di lavoro.
3. Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi
Scioperiamo perché vogliamo l’aborto libero, sicuro e gratuito e l’abolizione dell’obiezione di coscienza. Scioperiamo contro la violenza ostetrica, per il pieno accesso alla Ru486, con ricorso a 63 giorni e in day hospital.
4. Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!
Scioperiamo per rivendicare un reddito di autodeterminazione, per uscire da relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà, perché non accettiamo che ogni momento della nostra vita sia messo al lavoro; un salario minimo europeo, perché non siamo più disposte ad accettare salari da fame, né che un’altra donna, spesso migrante, sia messa al lavoro nelle case e nella cura in cambio di sotto-salari e assenza di tutele; un welfare per tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne, che ci liberi dall’obbligo di lavorare sempre di più e più intensamente per riprodurre le nostre vite.
5. Vogliamo essere libere di muoverci e di restare. Contro ogni frontiera: permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius soli
Scioperiamo contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione, delle deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti, contro il razzismo istituzionale che sostiene la divisione sessuale del lavoro.
6. Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione
Scioperiamo affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e tutte le forme di violenza di genere.
7. Vogliamo fare spazio ai femminismi
Scioperiamo perché la violenza ed il sessismo sono elementi strutturali della società che non risparmiano neanche i nostri spazi e collettività.
8. Rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini
Scioperiamo contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans.
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