Mattarellum, Porcellum, Italicum, e chi più ne ha più ne metta, ogni volta che una nuova legge elettorale viene quanto meno proposta in Italia subito le viene affibbiato un nome d’arte che ha sempre un tratto in comune: il finale latinizzato in -um. Ma perché i nomi delle leggi elettorali finiscono in -um?
In realtà durante la cosiddetta Prima Repubblica, in Italia vigeva il proporzionale, e a nessuno venne in mente di ribattezzarlo con un nome latinizzato. Stesso discorso si può dire quando nel 1953 venne provvisoriamente introdotta una nuova legge elettorale, essa venne criticamente soprannominata “legge truffa”, senza inserirvi latinismi alcuni. Ma allora da quando e perché i nomi delle leggi elettorali finiscono in -um?
Intanto, va detto che a livello ufficiale le leggi, oltre al proprio numero con cui vengono riportate in gazzetta ufficiale, portano in genere il nome del primo firmatario, ma spesso nel linguaggio comune, come d’altronde vale anche per leggi come il Jobs Act o la Buona scuola, solo per citarne due, assumono un nome differente.
La prima legge elettorale a venire soprannominata con un nuovo nome che finisse per – um fu il Mattarellum. In un articolo di giornale del 1993, quando la legge entrò in vigore, del politologo Giovanni Sartori, critico verso la legge, scrisse “habemus Mattarellum”, riferendosi al relatore della legge nonché attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il termine ebbe un tale successo che quando venne approvata anche la legge per le elezioni regionali, proposta da Pinuccio Tatarella, essa fu rapidamente soprannominata Tatarellum.
Dunque, è questa la ragione per cui i nomi delle leggi elettorali finiscono in -um. Successivamente, fu usata la latinizzazione del nome anche per il Porcellum, il Consultellum e l’Italicum. Anche TPI, nel commentare la legge elettorale proposta da Youtrend, si è preso la libertà di chiamarla Magnum dal nome del suo autore.
Se vi state chiedendo perché i nomi delle leggi elettorali finiscono per -um è giusto però sappiate anche che si tratta di un fenomeno esclusivamente italiano, anche perché legato a un articolo di giornale italiano. All’estero nessuna legge elettorale è identificata in questa maniera.