I vaccini sono vittime del loro successo. Grazie alle vaccinazioni, malattie gravi che in passato hanno causato milioni di morti sono diventate rare o addirittura sono state eradicate, come è successo al vaiolo. Come conseguenza, ci si è dimenticato quanto possano essere pericolose, come nel caso della poliomielite e della difterite.
In Italia oggi la copertura vaccinale è scesa sotto la soglia di allarme del 95 per cento. Tanti sono i fattori che vi hanno contribuito: alcuni genitori sono restii a fare vaccinare i loro bambini, proprio a causa della ridotta percezione del rischio. Questa convinzione è spesso rafforzata dai mass media.
Abbiamo intervistato tre genitori antivaccinisti, chiedendo loro quali fossero le loro motivazioni nella scelta di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni, e due medici: Antonietta Spadea, dirigente medico alla Asl Roma 1; Roberto Burioni, professore ordinario di microbiologia e virologia, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; e Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria.
Perché c’è disinformazione sui vaccini?
“Ho due figli, una di sei anni e uno di sei mesi. Nessuno dei due è vaccinato. Nel 2010 mia moglie era incinta quando scoppiò la pandemia dell’influenza suina, che sembrava dovesse mietere milioni di vittime. Nelle Asl consigliavano alle donne in gravidanza di vaccinarsi, invece il nostro medico di base ci disse di non falro, sostenendo che vaccinare in gravidanza è molto pericoloso.
Quando è arrivato il momento di vaccinare nostra figlia abbiamo chiesto alla pediatra se i vaccini fossero sicuri. Ci rispose che i vaccini sono sicuri nella maggioranza dei casi, ma che ci sono anche effetti collaterali e che lo stato risarcisce chi ha subito danni da vaccino. Eravamo confusi. È chiaro che abbiamo il timore anche noi delle malattie però siamo consapevoli che le condizioni di vita e igieniche rispetto agli anni passati sono migliorate” – Andrea, padre antivaccinista.
“I genitori hanno tutti i rispettabili motivi per avere i dubbi che hanno, perché nel tempo poco si è fatto perché non li avessero. Aver fatto la distinzione tra vaccini obbligatori e facoltativi è stato un grosso handicap che ancora esiste. Innanzitutto ai genitori bisogna dedicare tempo, per smontare pezzo per pezzo le loro convinzioni sbagliate. Chi ha un medico autorevole e di cui si fida di questi problemi non ne ha, vi sono delle condizioni sociali che hanno favorito questi dubbi.
La società di pediatria ha fatto un bellissimo poster che smonta i falsi miti sui vaccini. Se ogni medico lo esponesse nel suo studio, già lì si troverebbero molte risposte” – Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e responsabile di pediatria generale e malattie infettive dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Vaccinare contro malattie poco diffuse ha ancora senso?
“Noi non siamo contrari ai vaccini, ma informandomi su internet ho visto che c’erano quattro vaccini obbligatori di malattie che erano per me assurde. La difterite, l’unica volta che l’ho sentita è stato leggendo Se questo è un uomo, o la poliomielite.
Ho visto dei coetanei di mio padre, che ora ha 68 anni, che sono zoppi per la difterite, ma ora non si prende più. Allora andando avanti così, informandomi informandomi, ho detto a mia moglie che non ero d’accordo a vaccinare Lara, mia figlia che ha 13 mesi” – Stefano e Alessandra, coppia antivaccinista.
“Il problema molto grave è che le vaccinazioni stanno diminuendo. Se continuano a diminuire è come smettere di costruire scuole antisismiche, e se poi arriva il terremoto? Se continua a diminuire il numero di bambini vaccinati, si accumulano dei bambini suscettibili alle malattie, come la poliomielite o la difterite.
Se non facciamo qualcosa per invertire questa tendenza, nel nostro paese si accumuleranno individui suscettibili a queste infezioni e corriamo il rischio di rivedere malattie che sono scomparse da tempo.
L’ultimo episodio epidemico di polio in Europa è stato nel 1992 in una comunità olandese che rifiutava le vaccinazioni. Se da noi sempre più persone crescono non vaccinate, ci troveremo in quelle condizioni. È sicuramente una tendenza preoccupante che deve essere assolutamente invertita” – Roberto Burioni, professore ordinario di microbiologia e virologia, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Meglio rischiare di prendersi la malattia che andare incontro ai rischi da vaccino?
“È vero che i vaccini sono importanti, ma non sono così fondamentali visto che si tratta di malattie debellate. I vaccini hanno salvato miliardi di persone, nessuno lo mette in dubbio.
Preferisco però prendermi il rischio che mia figlia si prenda la poliomielite o la difterite, che sono scomparse, piuttosto che rischiare di essere in quella piccola percentuale che muore per vaccino” – Stefano, padre antivaccinista.
“I dati scientifici, spesso contestati da chi non si fida delle istituzioni scientifiche, dicono altro. I rischi che derivano dalle vaccinazioni sono minimi, mentre il rischio della malattia è gravissimo.
Facciamo un esempio concreto: quello del morbillo che in Italia circola, che è un pericolo vero, grave. Il vaccino contro il morbillo ha degli effetti collaterali gravi in circa 1 caso su 2 milioni, e tenga conto che in Italia nascono circa 450mila bambini ogni anno. Il morbillo, al contrario, dà lesioni permanenti in 1 caso su 1.000.
È chiaro che ci può essere una persona che è morta nonostante la cintura allacciata, ma immensamente di più sono le persone che hanno avuto la vita salva grazie alla cintura. Il rapporto rischio-beneficio in nessun farmaco è favorevole quanto nei vaccini.
Il rischio di effetti collaterali è molto più alto quando usiamo un antipiretico sui bambini, che quando li vacciniamo. Eppure l’antipiretico lo diamo senza problemi, per i vaccini c’è tutta questa paura” – Roberto Burioni, professore ordinario di microbiologia e virologia, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Ci sono effettivamente dei danni da vaccino?
“Il danno innegabile e documentato è la cosiddetta sindrome vaccinica post-vaccinazione polio con vaccino polio orale. Questo tipo di vaccinazione si avvaleva del virus attenuato che in rarissimi casi ha effettivamente provocato la malattia, anche se in forma fortunatamente non drammatica. È un danno innegabile e documentato in tutto il mondo.
Abbiamo due tipi di vaccini, uno con il virus attenuato, il polio-Sebin, e l’altro è il vaccino attenuato ucciso. Quando si fanno campagne vaccinali estese, che interessano gran parte della popolazione, si preferisce quello orale, più facilmente somministrabile, che è efficacissimo ma purtroppo ha rivelato questo problema ed è il motivo per cui in Italia, dopo la prima campagna vaccinale con il vaccino orale si è passati a quello iniettivo, che non presenta nessun tipo di rischio.
Dopodiché ci sono stati casi sporadicissimi, che si contano sulle dita di una mano, in cui quel soggetto, in quella particolare condizione può avere avuto un danno dà vaccinazione . Ci sono alcuni farmaci di uso comune che hanno un’incidenza di complicanze e di problemi decisamente superiore”– Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e responsabile di pediatria generale e malattie infettive dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
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