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    Gonne troppo “mini”: parroco paragona le cosce delle ragazze a quelle del prosciutto San Daniele

    Il vicario parrocchiale di Resia, comune in provincia di Bolzano, si scaglia contro le gonne troppo "mini" delle parrocchiane

    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 8 Gen. 2019 alle 12:21

    A San Daniele le cosce di prosciutto soffrono il mercato, ma nel comune di Resia (in provincia di Bolzano), “altri tipi di cosce non conosce ombra di crisi”. E si riferisce a quelle delle ragazze, don Alberto Zanier, 30enne vicario parrocchiale, che, su un foglietto distribuito in chiesa, si lancia in una accesa critica delle gonne troppo “mini” delle adolescenti del paese, poco più di mille anime al confine con l’Austria.

    “Pochi giorni fa abbiamo assistito a una bella carrellata di cosce ben in vista”, scrive il parroco. “Ma, ahimè, non di prosciutto San Daniele DOP: magari! Ma suadenti e sinuose cosce femminili che facevano la loro bella comparsa dal di sotto di mini (troppo mini) gonne di baldanzose adolescenti nel pieno della loro esuberanza”, si legge ancora.

    Un attacco alle giovani del paese perché si tratterebbe di “una mancanza di rispetto sotto tre aspetti”, spiega don Alberto, che snocciola i tre nodi della questione. Le minigonne troppo mini sono una mancanza di rispetto per le donne, innanzitutto.

    “Viviamo in una società così ipocrita che se da un lato condanna il femminicidio, dall’altro esalta la donna come merce di uso e consumo”, scrive il vicario parrocchiale, che si domanda che fine abbiano fatto “la purezza, il candore, la bellezza di una donna, di una madre, di una sposa”. Certe “scene hard” sono “lesive della dignità della donna stessa, che da un lato denuncia le molestie e dall’altro non si accorge di diventare merce essa stessa”, spiega il prete. Come se tra la denuncia di una molestia e il modo di vestirsi ci fosse un nesso.

    Ma la mancanza di rispetto, rimprovera il prete, è anche verso gli altri: “Mostrare carne al vento a più non posso è una gravissima forma di maleducazione verso chi mi sta vicino perché potrei urtare la sua sensibilità o addirittura provocare la sua sessualità”, continua fermo don Alberto.

    Il terzo punto spiega la mancanza di rispetto nei confronti del parroco. Presentarsi davanti a un prete vestite in un certo modo, scrive don Alberto, “è un insulto e una provocazione fatta al sacerdote”. Cosa ancora più grave, però, è la mancanza di rispetto nei confronti di Dio. “La chiesa non è una balera o una boudoir”. Ma la colpa non è mica delle ragazze, continua il parroco: “È delle mamme! Care mamme, quando le vostre figlie escono di casa vedete come vanno in giro? Vedete come vanno a Messa?”.

     

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