Sul volo di ritorno dalla visita in Irlanda, Papa Francesco ha tenuto una conferenza stampa per commentare il dossier scritto dall’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò. Nel rapporto Viganò chiede le dimissioni del Papa in quanto sostiene che Bergoglio fosse a conoscenza degli abusi sui minori commessi dall’ex arcivescovo di Washington Theodor McCarrick.
Nel colloquio con la stampa il Pontefice ha parlato anche del rapporto tra genitori e figli gay: “Un figlio gay va sempre accolto. Ma se l’omosessualità si manifesta da bambino ci sono tante cose da fare con la psichiatria”.
La frase ha scatenato diverse polemiche sui social. Il Papa avrebbe pronunciato la frase in risposta alle domanda di un giornalista che chiedeva cosa fosse meglio consigliare a un genitore qualora dovesse scoprire di avere un figlio omosessuale.
Francesco ha detto che i genitori devono “Pregare, non condannare, dialogare, capire, fare spazio perché si esprimi” perché altrimenti viene meno “la maternità e la paternità”.
“Mai dirò che il silenzio è un rimedio. Tu sei mio figlio, sei mia figlia, come io sono tuo padre, tua madre. Parliamo. Quel figlio ha diritto ad una famiglia e non ad essere cacciato via”.
Ma quando ha aggiunto: “In quale età si manifesta questa inquietudine del figlio? Una cosa è quando si manifesta da bambino che ci sono tante cose da fare con la psichiatria, per vedere come sono le cose. Un’altra cosa è quando si manifesta dopo 20 anni o cose del genere”.
La reazione sui social è stata immediata, ma anche le associazioni per i diritti delle persone lgbt hanno reagito definendo “gravi e irresponsabili” le parole di Bergoglio.
Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.
La critica mossa al Papa nasce proprio da questo: Bergoglio ha associato la psichiatria all’omosessualità quando da tempo è stata depennata dall’elenco dei disturbi mentali.