Il gip del Tribunale di Trani, Raffaele Morelli, ha archiviato “per infondatezza della notizia di reato” l’inchiesta per usura bancaria a carico del ministro delle Politiche Europee, Paolo Savona e di 62 ex o attuali figure apicali di Monte dei Paschi, Bnl, Unicredit e Popolare di Bari, oltre che di Banca d’Italia e Ministero del Tesoro.
Secondo l’ipotesi della Procura tranese, i vertici degli istituti di credito erano indagati per aver praticato tassi e interessi usurari sui finanziamenti concessi, dal 2005 al 2012, ad alcuni imprenditori del Nord Barese.
I dirigenti di Palazzo Koch e del Ministero rispondevano, invece, erano accusati di concorso morale nel reato contestato.
L’inchiesta, avviata il 20 luglio, era coordinata dalla procura di Campobasso. All’epoca dei fatti, Savona era al vertice di Unicredit.
Tra gli altri indagati ci sono Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica; Fabio Gallia, amministratore delegato e direttore generale di Cassa Depositi e prestiti; l’ex sindaco di Ravenna ed ex presidente di Unicredit Aristide Canosani; Franco Bellei, ex capo della Cassa di risparmio di Modena; Cesare Farsetti, del Cda della Banca agricola e commerciale; Luca Majocchi, ex Unicredit- Pagine gialle – Spencer Stuart; Roberto Nicastro; Edoardo Massaglia; Paolo Fiorentino; Alessandro Cataldo; Giovanni Chelo; Dieter Rampl; Giuseppe Vita; Federico Ghizzoni; Francesco Antonio Ricci; Antonio Ciarallo; Adolfo Toti; Giuseppe D’Onofrio; Nicolangelo Testa; Rosario Spatafora.
Il nome del ministro, secondo quanti riportato dall’Ansa, risulta nell’atto della Procura della Repubblica di Campobasso relativo alla richiesta di proroga dei termini di durata delle indagini preliminari nell’inchiesta relativa ai parchi eolici di Molise, Puglia e Campania.
Le indagini sono iniziate nel 2017, quando la società Engineering srl presentò una denuncia in relazione alla realizzazione di alcuni parchi eolici.
Al Corriere della Sera Luigi Iosa, avvocato che ha curato la denuncia, ha dichiarato: “Potremmo definirlo un atto dovuto. Anche se la pm chiede un supplemento di indagini per accertare la responsabilità apicale, è la Cassazione penale ad aver imposto in questi casi, per il ruolo di garanzia e di controllo che la legge attribuisce loro, l’estensione dell’eventuale responsabilità penale ai vertici della Banca”.