È caos da quando – martedì 16 aprile – l’Inps ha iniziato a comunicare, tramite sms e mail, gli esiti delle domande per il reddito di cittadinanza.
Alcuni di quelli che hanno ricevuto una risposta positiva dall’istituto di previdenza per quanto riguarda l’erogazione del nuovo sussidio economico, si sono infatti visti concedere degli importi molto più bassi di quelli che si aspettavano: alcuni, in effetti, si sono visti assegnare un beneficio di appena 40 euro. Fin da subito, quindi, sono partite le lamentele dei “neo-beneficiari” del RdC sui vari gruppi dedicati al nuovo sussidio, le quali sono poi sfociate in messaggi di rabbia sulla pagina Facebook dell’Inps.
L’istituto di previdenza, che si è visto recapitare i più svariati insulti e critiche sulla sua pagina Inps per la famiglia, ha poi risposto a tono agli utenti: sono diversi i commenti piccati di replica a chi si è pubblicamente lamentato, come se la responsabilità di quegli importi poco soddisfacenti fosse dell’Inps (o dei social media manager incaricati di gestire la pagina e offrire un servizio ulteriore ai cittadini).
In alcuni di questi commenti, per altro, qualche dipendente dell’istituto ha perso un po’ troppo le staffe, tanto che l’Inps ha poi pubblicato un post di scuse nei confronti di coloro che si sono “sentiti toccati od offesi da alcune risposte”.
Ma la storia non finisce qui, perché nel marasma di lamentele e insulti si è aggiunta anche una pagina fake che si spacciava per quella ufficiale dell’Inps: Inps per le famiglie, anziché “per la famiglia”, è infatti il profilo che ha iniziato a rispondere – in modo decisamente ironico e ben poco professionale – alle domande degli utenti, contribuendo ad alimentare la già sufficiente confusione e ad alzare la temperatura dei vari botta e risposta nei post.
Butac, il sito che ha riportato la notizia della pagina fake, ne ha anche mostrato i diversi post e le risposte dei cittadini che sono caduti nella “trappola”.
Questa storia è andata avanti finché il profilo ufficiale dell’Inps, quello che presenta la più nota “spunta blu”, non si è accorto di quello che stava accadendo e ha segnalato agli utenti l’errore, prima di rispondere lui stesso alla pagine troll “Inps per le famiglie”.
Tuttavia, visti i toni decisamente accesi utilizzati nelle ultime ore dai diversi dipendenti Inps (quelli veri) per rispondere alle lamentele degli utenti, distinguere la pagina fake da quella vera non era cosa facile.
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