La nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms ha soccorso nella notte tra l’1 e il 2 agosto 87 migranti, 8 dei quali minori, 6 non accompagnati, a 40 miglia dalle coste libiche.
Sono quasi tutti sudanesi, c’è un egiziano, un siriano e un gambiano, secondo quanto riferito dall’inviato per TPI.it Valerio Nicolosi che si trova a bordo della nave. Qui il suo diario di bordo per TPI.
I profughi erano rimasti per due giorni alla deriva prima di essere soccorsi dalla nave della Ong.
La chiamata è arrivata dalla Guardia costiera libica, a cui ha fatto seguito un messaggio scritto dalla Guardia costiera italiana.
I migranti sono stati recuperati in acque internazionali e non saranno riportati a Tripoli, in Libia.
Secondo quanto riferito, saranno invece trasportati in Spagna, considerato un porto sicuro.
#ULTIMAHORA Rescatadas al límite esta pasada noche 87 personas, 8 menores, que llevaban 2 días a la deriva en aguas internacionales. Vidas abandonadas en el mar. Ahora, todos a bordo y a salvo en #OpenArms . Vía @ValerioNicolosi pic.twitter.com/J74f2deA15
— Proactiva Open Arms (@openarms_fund) 2 agosto 2018
I migranti, quindi, non saranno riportati in Libia a differenza di quanto accaduto con la nave commerciale italiana Asso 28.
L’imbarcazione, nave di supporto a una piattaforma petrolifera, nei giorni scorsi aveva soccorso 108 migranti che si trovavano a bordo di un gommone nel mar Mediterraneo e che li aveva riportati in Libia, porto considerato non sicuro dalla comunità internazionale, senza consentire loro di fare domanda di asilo.
Anche in quel caso le operazioni di soccorso erano state coordinate dalla Guardia costiera libica, ma il salvataggio, a differenza di quello operato dalla Open Arms, era avvenuto in acque territoriali libiche.
In questo articolo Riccardo Gatti, capo missione della Open Arms, ha raccontato in esclusiva a TPI.it il fumoso susseguirsi degli eventi che hanno portato il cargo della compagnia Augusta Offshore Spa a soccorrere i migranti e a riportarli a Tripoli.