I Giochi Olimpici, per loro stessa definizione, dovrebbero essere un’occasione per unire le persone, anche se di popoli, culture e posizioni diversi. Non è però il caso della candidatura olimpica di Roma per il 2024, intorno alla quale è scoppiata una notevole discussione nel dibattito politico e pubblico italiano.
La candidatura, su cui il comune stava lavorando, ha avuto nel dicembre del 2014 il sostegno ufficiale del governo, fatto cui è seguita nel febbraio 2015 la costituzione del comitato promotore guidato da Luca Cordero di Montezemolo e l’ufficializzazione della candidatura.
Allo stato attuale sono quattro le candidature depositate ufficialmente: Budapest, Los Angeles, Parigi e Roma. A rafforzare le speranze della capitale c’è probabilmente stato anche il fatto che dopo due Olimpiadi estive (Rio 2016 e Tokyo 2020) e due invernali (Seognam 2018 e Pechino 2022) fuori dall’Europa, ci sono ottime possibilità che i Giochi del 2024 si svolgano nel vecchio continente, da cui infatti vengono tre delle quattro città candidate.
Tuttavia, l’attuale situazione di Roma, caratterizzata da un forte debito pubblico e una scarsa efficienza su alcuni servizi fondamentali, come i trasporti e la raccolta dei rifiuti, oltre agli scandali emersi nel 2014 sulla presunta esistenza di un’organizzazione nota come Mafia Capitale in grado di influenzare le decisioni della politica locale.
Stando a questo, vediamo quali sono le diverse posizioni su Roma 2024.
LE POSIZIONI
Il Presidente del consiglio Matteo Renzi è uno dei principali sostenitori della candidatura olimpica. Già nel 2014 aveva riferito che l’Italia “troppe volte si è mostrata esitante”, ma che sarebbe stato inaccettabile non provare e rinunciare in partenza ai Giochi, e che le Olimpiadi a Roma non erano “un sogno troppo grande”.
L’altro principale sponsor è invece il presidente del CONI Giovanni Malagò, che ha definito Roma 2024 “un sogno a occhi aperti”, in grado di dare un impulso alla Capitale e all’Italia intera.
Sulla linea opposta però c’è Virginia Raggi, sindaco di Roma nonché esponente del Movimento Cinque Stelle, che durante la campagna elettorale ha più volte criticato il progetto olimpico, considerato troppo oneroso soprattutto per una città che non è in grado al momento di gestire numerosi servizi elementari.
La Raggi e il Movimento Cinque Stelle hanno in diverse occasioni notato come molte città abbiamo avuto seri problemi economici dopo aver ospitato le Olimpiadi, prima tra tutte Atene, per cui i Giochi sarebbero stati secondo alcuni una delle cause della crisi economica greca degli anni successivi.
A rendere contrario il movimento c’era poi il rischio di infiltrazioni malavitose – e di conseguenti sprechi di denaro pubblico – sugli appalti legati all’organizzazione dei Giochi e alla costruzione di nuove strutture.
Tuttavia, il Movimento Cinque Stelle al suo interno vede posizioni differenti riguardo Roma 2024. Il vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio aveva dichiarato prima delle elezioni comunali del 2016 che qualora Virginia Raggi avesse vinto le elezioni la candidatura sarebbe potuta essere portata avanti, mentre il deputato Alessandro Di Battista si è detto contrario in ogni caso.
Forse anche in virtù di questa divisione interna, Virginia Raggi ha preferito prendere tempo, dicendo che prima di prendere una decisione definitiva avrebbe parlato della questione con il presidente del CONI Giovanni Malagò.
Tuttavia, i sostenitori del progetto olimpico – compresi Roberto Giachetti, candidato del Partito Democratico sconfitto da Virginia Raggi alle elezioni, e l’ex sindaco Ignazio Marino – hanno sempre portato avanti l’idea che le Olimpiadi di Roma 2024 sarebbero una valida risposta ai problemi della città, dal momento che attirerebbero numerosi investimenti che porterebbero alla risoluzione degli attuali problemi.
Secondo il presidente del CONI Malagò, infatti, il budget – di 5,3 miliardi di euro – non verrà sforato e l’evento creerà 170mila nuovi posti di lavoro a Roma e nel resto d’Italia. Inoltre, nell’ambito del budget, 2,1 miliardi sarebbero spesi per la realizzazione degli impianti che poi rimarrebbero in dote alla città.
C’è però anche la critica sull’impatto ambientale, che vede come massimo portavoce l’urbanista e assessore capitolino Paolo Berdini, che sostiene che la costruzione di nuovi impianti, soprattutto del Villaggio Olimpico di Tor Vergata, porterebbero a un ampio consumo del suolo.
LE POSSIBILITÀ IN CAMPO
In una situazione difficile da gestire e ricca di divergenze tra le istituzioni e le forze politiche, sono state riportate numerose possibilità su come la candidatura olimpica possa essere portata avanti o meno.
La prima possibilità è che governo e comune di Roma trovino un’intesa sul portare avanti la candidatura olimpica della capitale, un’ipotesi tecnicamente possibile ma non la più semplice. Non dimentichiamo che Virginia Raggi ha fatto del no alle Olimpiadi uno dei principali punti della sua campagna elettorale per le comunali.
Per questa ragione, alcuni quotidiani hanno parlato della possibilità che, in caso di mancata intesa, il governo decida di portare avanti la candidatura olimpica unilateralmente senza il consenso del comune: un fatto sicuramente insolito e che forse non metterebbe la candidatura di Roma nella migliore luce agli occhi degli organismi internazionali.
L’altra possibilità, invece, è che il comune di Roma scelga di abbandonare il percorso olimpico ed il governo ne prenda atto, portando al ritiro della candidatura per il 2024.
Proprio nell’ambito di un possibile ritiro di Roma, è emersa la possibilità che il governo decida a quel punto di puntare sulle Olimpiadi del 2028 anziché del 2024. In questo caso, però, la città organizzatrice potrebbe essere Milano anziché la capitale.
Il sindaco Beppe Sala, infatti, diversamente dalla sua collega di Roma, non solo si era detto favorevole ai Giochi del 2024 nella capitale, ma ha anche sostenuto una possibile candidatura di Milano per il 2028 o il 2032 in caso quella di Roma non fosse andata in porto. Un’idea che non è dispiaciuta neanche al presidente della regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni, che si è detto disponibile a parlare della possibilità.
Un’eventuale candidatura di Milano potrebbe sfruttare il prestigio raggiunto dalla città in termini di grandi eventi grazie all’Expo 2015, ma che al tempo stesso richiederebbe maggiori investimenti per la realizzazione degli impianti dal momento che nel capoluogo lombardo non vi sono né uno stadio dotato di pista d’atletica in grado di ospitare decine di migliaia di persone, né un grande impianto per il nuoto.
QUANTO COSTEREBBERO LE OLIMPIADI
Il budget preventivato per l’organizzazione dei Giochi Olimpici di Roma 2024 è di 5,3 miliardi di euro. Nell’ambito di queste spese, 2,1 miliardi di euro sarebbero destinati per la realizzazione degli impianti permanenti, mentre 800 milioni sarebbero stanziati nell’ambito della sicurezza. Una cifra molto inferiore rispetto a quella preventivata per la mancata candidatura olimpica del 2020, pari a circa 10 miliardi di euro.
Non sono però compresi in questo budget tutti gli interventi sui trasporti e sulla mobilità, molti dei quali, al momento, non sono stati inseriti nel progetto.
Su questo pesa anche l’incertezza sulla sorte della Metro C, la grande linea della metropolitana ancora incompleta e che attualmente collega piazza Lodi, nel quartiere Tuscolano, a Pantano, all’estremo est del comune di Roma. Il progetto prevede un prolungamento da piazza Lodi al Colosseo, ma non è ancora stato pienamente stabilito, né tanto meno finanziato, il proseguimento di questa linea.
Tuttavia, ad alleggerire i costi c’è il fatto che il 70 per cento degli impianti per le Olimpiadi del 2024 sono già esistenti e, come ha dichiarato il presidente del comitato organizzatore Luca Cordero di Montezemolo, “se domani volessi fare la cerimonia inaugurale, l’atletica o il nuoto, potremmo farli”.
Secondo il professore di economia dell’Università Tor Vergata, Beniamino Quintieri, queste spese per le Olimpiadi porterebbero notevoli benefici. Il Pil di Roma salirebbe del 2,3 per cento e si creerebbero 177mila nuovi posti di lavoro, 48mila dei quali durante il periodo tra il 2017 e il 2023, nel periodo di preparazione delle Olimpiadi.
Gli eventuali introiti, inoltre, non riguarderebbero solo Roma. Non solo infatti l’evento avrebbe, a livello di promozione, uno sviluppo su scala nazionale, ma ci sarebbero anche altre città direttamente coinvolte dall’evento. Intanto Cagliari ospiterebbe le gare di vela, mentre altre 11 città italiane oltre Roma dovrebbero ospitare le partite per il torneo di calcio.
IL PROGETTO DI ROMA 2024
Come tutte le ultime Olimpiadi, anche quelle di Roma 2024 sarebbero organizzate per clusters, ovvero alcune zone della città adibite in modo particolare all’evento olimpico.
Il primo cluster è quello che incarna la tradizione dello sport a Roma, ovvero il Foro Italico, luogo che non richiede la costruzione di nuove strutture e che già fu protagonista delle Olimpiadi di Roma del 1960. Qui, allo Stadio Olimpico si terrebbero le cerimonie d’apertura e chiusura, oltre alle gare di atletica e alcune partite di calcio, mentre allo stadio del nuoto si terranno le gare di nuoto.
Insolita sarà invece la funzione dello Stadio Centrale del Tennis e del Nicola Pietrangeli (ex Pallacorda), che saranno adibiti per l’occasione per le gare di pallanuoto e di tuffi.
Il cluster che invece dovrebbe di fatto essere quasi completamente costruito ex novo sarebbe quello di Tor Vergata. Qui in primo luogo dovrebbe essere terminato il grande complesso sportivo progettato da Santiago Calatrava, che doveva essere terminato per i Mondiali di Nuoto del 2009 ma che tuttora giace, da anni, incompiuto.
Qui dovranno disputarsi le gare di pallamano e basket, mentre nella stessa zona dovranno essere costruiti un impianto provvisorio per le gare di ginnastica e pallavolo e impianti definitivi per gare di ciclismo su pista, bmx e tennis. Non è ancora stato deciso se dovrà esserci o meno anche un impianto per il baseball e il softball, dal momento che non si sa se queste due discipline parteciperanno o meno al programma olimpico del 2024.
Sempre a Tor Vergata, al fianco di questa nuova cittadella dello sport, dovrebbe sorgere il nuovo villaggio olimpico, che come da disposizioni del CIO dovrà ospitare 17mila posti letto. Al termine dei Giochi, queste strutture dovranno essere utilizzate come alloggi per gli studenti della vicina Università di Tor Vergata e per le famiglie dei pazienti del vicino Policlinico di Tor Vergata.
Il villaggio olimpico che ospitò gli atleti delle Olimpiadi di Roma del 1960 era invece stato destinato ai dipendenti del comune di Roma.
Il cluster probabilmente più scenografico sarà quello del centro di Roma. Qui tutte le strutture saranno provvisorie e sfrutteranno l’effetto di molti dei più noti monumenti della capitale per ospitare diverse discipline olimpiche.
Ci sarà il tiro con l’arco, che si svolgerà tra le Terme di Caracalla e i Fori Imperiali, mentre la gara di ciclismo su strada e la maratona sfrutteranno l’effetto scenico del Colosseo e dei Fori per la partenza e l’arrivo.
Il cluster dell’Eur sarà invece in continuità con le Olimpiadi di Roma 1960, quando rappresentò la zona più nuova dei Giochi. Qui si svolgeranno le gare di triathlon presso il laghetto, di hockey presso lo stadio Tre Fontane, mentre il Palalottomatica ospiterà la ginnastica ritmica e la pallavolo.
L’ultimo cluster sarà quello della Fiera di Roma, i cui padiglioni ospiteranno le gare di scherma, judo, boxe, taekwondo, badminton, tennistavolo e sollevamento pesi. Qui si dovrebbero svolgere anche il karate e l’arrampicata, che sembrano destinate a essere inserite nel programma olimpico.
Al di fuori di queste aree, ci saranno Villa Ada per la mountain bike, i Pratoni del Vivaro e Piazza di Siena per l’equitazione, lo Stadio Flaminio per il rugby a sette e il penthatlon moderno, il Palazzetto dello Sport per il penthatlon moderno e alcune gare di pallavolo, gli impianti di Tor di Quinto per le gare di tiro e il Marco Simone Golf Club per il golf. Il broadcasting center sarà invece insediato presso Saxa Rubra.
Fuori da Roma si terranno le gare di vela, per cui è stata destinata Cagliari, e la maggior parte delle partite di calcio. Per quanto la finale si terrà a Roma (o all’Olimpico o allo Stadio della Roma, dipende dalla costruzione o meno di quest’ultimo che non è legata alla candidatura olimpica), le altre gare coinvolgeranno anche Milano, Bari, Napoli, Firenze, Torino, Verona, Genova, Bologna, Palermo e Udine.
IL PRECEDENTE: ROMA 1960
Nella storia delle Olimpiadi, Roma ha ospitato i Giochi della XVII Olimpiade, che sono ricordati in modo particolarmente positivo a livello mondiale. Quelle Olimpiadi si disputarono infatti nel momento del boom economico per l’Italia, e furono uno dei simboli della rinascita del nostro paese, uscita molto provata dalla Seconda Guerra Mondiale.
Furono secondo molti i primi Giochi propriamente moderni, in cui oltre al solo agonismo subentrarono dinamiche di competizione e di sponsor, furono caratterizzate da un lato da una rivalità sempre più chiara tra Stati Uniti e Unione Sovietica (vincitrice quest’ultima del medagliere), dovuta alla Guerra fredda, ma dall’altro da un forte spirito di fratellanza, individuabile ad esempio nel fatto che Germania Ovest e Germania Est corsero sotto un’unica bandiera (un fatto ancora più forte se si pensa che solo un anno dopo fu costruito il muro di Berlino).
A livello agonistico, uno dei simboli dei Giochi fu quello Abebe Bikila, l’atleta etiope che vinse la maratona correndo a piedi nudi, così come lo fu la squadra femminile di ginnastica dell’Unione Sovietica, che vinse 17 medaglie sulle 18 possibile nei concorsi individuali.
Sul piano delle infrastrutture, furono realizzate molte opere ancora oggi utilizzate tutti i giorni dai romani. Fu completata la linea B della metropolitana, furono terminate le strutture – progettate sotto il fascismo – dell’Eur, fu realizzata una lunga strada che collegava il Foro Italico all’Eur, i due principali poli di quei giochi, nota ancora oggi come “Olimpica”.
Il Villaggio Olimpico fu costruito invece in un’area tra il Flaminio e i Parioli e successivamente destinato ad alloggi per i dipendenti comunali.
LE CANDIDATURE MANCATE IN PASSATO
Oltre alle Olimpiadi del 1960, Roma aveva già cercato altre volte di partecipare ai Giochi. Avrebbe ad esempio dovuto ospitare quelli del 1908, ma l’eruzione del Vesuvio del 1906 portò il governo a rinunciare all’organizzazione.
Benito Mussolini aveva anche cercato di portare a Roma i Giochi del 1944, ma alla fine fu scelta Londra e in ogni caso quell’edizione fu rinviata a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo il 1960, Roma provò, forte del grande rinnovamento avvenuto in città in vista del Giubileo del 2000, a concorrere per le Olimpiadi del 2004, ma il CIO preferì Atene.
La capitale italiana aveva provato poi a correre per i Giochi del 2020, ma nel 2012 il presidente del Consiglio Mario Monti decise di tirare indietro la candidatura a causa del difficile momento economico del paese. Il CIO ha deciso poi di disputare a Tokyo quei Giochi.
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