Iraq: la polizia irachena ha dichiarato che almeno 18 persone sono morte a causa di un attentato suicida nella notte di domenica 28 agosto, che ha colpito la città di Kerbala, nel sud del paese. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis attraverso la sua agenzia di stampa non ufficiale.
– Yemen: sono almeno 45 i morti e 60 i feriti dopo un attentato suicida rivendicato dall’Isis nella città di Aden, in Yemen. Un funzionario della sicurezza e alcuni testimoni hanno riportato che un attentatore suicida alla guida di un’auto ha fatto irruzione in un edificio a nord di Aden occupato da milizie locali del gruppo denominato Resistenza Popolare, che l’anno scorso avevano contribuito a respingere gli Houthi fuori dalla città.
– Francia: un ristoratore francese è al centro di molte polemiche a causa di un video pubblicato sui social network che lo ritrae mentre si esprime con frasi razziste nei confronti di due clienti musulmane, rifiutando di servirle perché “tutti i musulmani sono terroristi”. ll quotidiano francese Le Parisien riporta che lo chef è ora indagato dalla polizia con l’accusa di promulgare la discriminazione razziale, nonostante egli abbia provato a contenere la polemica scusandosi per l’accaduto.
– Colombia: è diventato effettivo il cessate il fuoco tra le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, le Farc, e il governo. L’intesa tra il governo e le Farc è stata firmata lo scorso 25 agosto dopo mezzo secolo di guerra civile e circa 4 anni di negoziati. In cinquantanni gli scontri hanno causato 220mila morti, 45mila persone sono scomparse e quasi sette milioni di colombiani hanno perso le loro abitazioni. L’accordo, limato dalle delegazioni fino all’ultimo, è composto da sei capitoli sulla giustizia per le vittime, l’accesso alla terra ai contadini poveri , la partecipazione politica degli ex-ribelli, la lotta al traffico di droga, il disarmo e l’attuazione e monitoraggio dell’accordo stesso. In base a quanto deciso all’Avana, le Farc cominceranno a trasferire i circa 7mila combattenti dalla giungla in campi di disarmo creati dall’Onu, per poi trasformarsi in partito politico. Le armi deposte verranno fuse per realizzare tre monumenti alla pace, mentre tribunali speciali saranno istituiti per giudicare i crimini commessi durante il conflitto: per quelli meno gravi sarà concessa l’amnistia, che invece non coprirà atrocità come massacri, torture e stupri.
– Belgio: cinque persone sono state arrestate dalla polizia belga in quanto legate all’incendio scoppiato nella notte presso i laboratori dell’Istituto nazionale di criminologia di Bruxelles, in Belgio. Per il momento le autorità hanno escluso la pista terroristica e non hanno confermato se sia trattata di una bomba o meno. L’incendio non ha provocato nessuna vittima ma solo gravi danni all’edificio.
– Istat: secondo i nuovi dati forniti da Eurostat, il centro statistiche della Commissione europea, alcune aree all’interno di Londra (in particolare la zona centrale-occidentale) vantano concentrazioni di laureati in età lavorativa che arrivano al 69,7 per cento, quando la seconda capitale in classifica, Oslo, si attesta al 54 per cento. Terzo posto invece per Madrid, al 47 per cento, e subito dopo Parigi, con il 46, mentre per l’Italia le cifre sono meno chiare, visto che la statistica prende in considerazione l’intera regione Lazio e non la capitale, con la cifra in ogni caso poco esaltante di 23 laureati su 100 abitanti.
– Siria: decine di persone sono morte in Siria a causa dei bombardamenti turchi nelle aree controllate dai curdi vicino alla città di Jarablus, nel quinto giorno di operazioni militari condotte da Ankara in territorio siriano con l’obiettivo di respingere lontano dal confine i miliziani dell’Isis e i combattenti curdi. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani 20 persone sono morte durante un attacco a Jeb el-Kussa e altre 15 in un bombardamento vicino ad al-Amarneh. L’esercito turco ha confermato l’uccisione di 25 persone ma ha dichiarato che le vittime sono tutte miliziani curdi. Un soldato turco è stato ucciso da un razzo che ha colpito il blindato su cui si trovava.
– Danimarca: per la prima volta nella moschea Mariam di Copenaghen – uno dei luoghi di culto musulmani nella capitale danese – due donne imam si sono rivolte ai fedeli celebrando la cerimonia sacra e guidando la preghiera del venerdì. Rivolgendosi ai fedeli, Sherin e Saliha hanno affrontato problemi piuttosto attuali, come il divieto sul burkini sospeso dal Consiglio di stato francese e condividendo con loro l’idea che l’islam debba garantire alle donne piena parità di diritti e di libertà. Sherin ha intonato l’adhan, l’appello alla preghiera e ha pronunciato un discorso d’apertura, mentre Saliha ha rivolto ai fedeli radunati per pregare, in maggioranza donne, la khutbah o sermone, spaziando principalmente su tematiche riguardanti “donne e l’Islam nel mondo moderno”.
– Singapore: le autorità hanno confermato complessivamente 56 casi di trasmissione a livello locale del virus zika. Si tratta per lo più di lavoratori edili stranieri. Tutti i casi riscontrati sono stati localizzati dentro o nei pressi della zona Aljunied, nel sudest della città. Si tratta di lavoratori edili stranieri. Tutte le persone che hanno manifestato i sintomi del virus- fatta eccezione per sette di loro – hanno pienamente recuperato. Lo hanno reso noto il ministero della Salute e l’agenzia nazionale per l’Ambiente, in una dichiarazione diffusa domenica. Le sette persone colpite rimangono al momento ricoverate in ospedale.
– Brasile: la presidente Dilma Rousseff, sospesa a maggio dalla carica dopo il voto delle due camere è arrivata in Senato per difendersi dalle accuse di aver manipolato illecitamente i conti pubblici dello stato alla base della procedura di impeachment e, dai banchi del Congresso, è passata al contrattacco. La leader del Partito dei lavoratori ha detto che nel suo processo di impeachment c’è in gioco il futuro del Brasile e ha accusato i suoi oppositori politici e i grandi poteri finanziari di voler con la sua destituzione mettere fine a 13 anni di riforme sociali.
– Gabon: sabato si sono tenute le elezioni presidenziali. A sfidarsi sono stati Jean Ping, diplomatico di lungo corso, e Ali Bongo Ondimba, presidente uscente e appartenente alla famiglia che ha guidato il paese negli ultimi 50 anni ed entrambi reclamano la vittoria. Jean Ping ha invitato il presidente Ali Bongo a “riconoscere la propria sconfitta”. Dopo la pubblicazione dei numeri che davano i due candidati protagonisti di un acceso testa a testa, Ping ha invitato il candidato avversario a dimettersi: “Incoraggio Ali Bongo a sottomettersi al verdetto delle urne”. Bongo, dal canto suo, ha reclamato la vittoria alle elezioni e ha accusato di frode i sostenitori di Ping. La legge del Gabon vieta la pubblicazione dei dati prima dei conteggi ufficiali che sono attesi per giovedì.
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