Austria: il parlamento di Vienna ha adottato una legge più restrittiva per le richieste d’asilo che permetterà al governo di dichiarare lo “stato di emergenza” e di respingere la maggior parte dei richiedenti asilo direttamente alla frontiera. Sempre nella giornata di mercoledì, il governo austriaco ha annunciato di voler costruire una rete metallica lunga 400 metri lungo il confine con l’Italia per serrare il Passo del Brennero dal passaggio dei migranti. I controlli della polizia austriaca dovrebbero scattare dal primo giugno sull’autostrada, sulla statale e sui treni, con più di 250 agenti impiegati alla frontiera.
– Sud Sudan: il leader dei ribelli sud-sudanesi Rieck Machar ha giurato nella capitale Juba come vice presidente del governo di unità nazionale, nato per mettere fine a oltre tre anni di guerra. Nel paese, da quando nel dicembre del 2013 il presidente Salva Kiir accusò il suo ex vice Riek Machar di aver tentato un colpo di stato, è esploso un conflitto che si è ben presto tramutato da scontro politico a conflitto etnico tra i Dinka e i Nuer, le tribù dei due leader rivali. In tre anni di combattimenti sono morte migliaia di persone e oltre due milioni di sud sudanesi vivono sfollati in campi profughi. L’economia del paese è al collasso e c’è scarsità di cibo e acqua in molte zone del paese.
– Venezuela: il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato ai funzionari pubblici di lavorare solo due giorni a settimana, il lunedì e il martedì, per risparmiare energia elettrica e superare la grave crisi energetica che sta colpendo il paese. Il vice presidente Aristobuli Isturiz ha annunciato che nel settore pubblico mercoledì, giovedì e venerdì saranno giorni di riposo finché la crisi energetica causata dalla prolungata siccità non sarà risolta. La misura di emergenza interesserà oltre due milioni di funzionari pubblici.
– Egitto: il consulente della famiglia Regeni in Egitto, Ahmed Abdallah, è stato arrestato. Lo confermano il legale della famiglia e le autorità egiziane. “Abdullah è stato arrestato per aver protestato senza permesso. La questione non ha nulla a che vedere con la famiglia Regeni”, hanno spiegato fonti della procura generale egiziana al quotidiano indipendente locale Al Masry al Youm. L’uomo è presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, una Ong che sta offrendo attività di consulenza ai legali della famiglia del ricercatore italiano ritrovato senza vita il 3 febbraio in un fosso al Cairo.
– Norvegia: il governo norvegese farà appello contro il verdetto del tribunale distrettuale di Oslo che ha dato ragione al terrorista Anders Behring Breivik sulla causa intentata per denunciare trattamenti degradanti in carcere. Lo ha annunciato il ministero della Giustizia. Nella sua sentenza, il giudice Helen Andenæs Sekulic aveva detto che il diritto a non essere sottoposto a trattamenti inumani rappresenta “un valore fondamentale in una società democratica” e deve essere applicato anche a “terroristi e assassini”. Secondo il giudice, la Norvegia ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu), secondo cui “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
– Spagna: il re spagnolo Felipe VI ha concluso senza successo il terzo round di consultazioni con i leader dei partiti politici per trovare un primo ministro. In assenza di un accordo, il parlamento verrà sciolto e verranno indette elezioni anticipate il prossimo 26 giugno. Il termine ultimo sarà la mezzanotte del 2 maggio, quando scadranno i due mesi entro i quali si sarebbe dovuto trovare l’accordo sul governo. È la prima volta nella storia democratica della Spagna che non si riesce a formare un governo.
– Francia: Salah Abdeslam, l’uomo sospettato per gli attentati di Parigi che hanno provocato la morte di 130 persone, è stato estradato in Francia. L’uomo è comparso oggi, mercoledì 27 aprile, davanti ai magistrati francesi. Abdeslam, l’unico in vita del commando di terroristi responsabili degli attacchi a Parigi del 13 novembre 2015, era stato arrestato in Belgio il 18 marzo scorso dopo mesi di latitanza. Salah è stato consegnato questa mattina alle autorità francesi e immediatamente trasferito al Palazzo di Giustizia di Parigi per l’interrogatorio con un giudice.
– Stati Uniti: Hillary Clinton per i democratici e Donald Trump per i repubblicani hanno avuto la meglio nelle primarie del 26 aprile. Donald Trump ha vinto in tutti e cinque gli stati: Connecticut (28), Delaware (16), Maryland (38), Pennsylvania (51) e Rhode Island (9). I delegati ottenuti finora sono 988, contro i 567 di Cruz e i 152 di Kasich. Hillary Clinton ha vinto in tutti gli stati tranne Rhode Island che è andato a Sanders. In Connecticut si è aggiudicata 27 delegati, in Delaware 12, nel Maryland 59, in Pennsylvania 105. Sanders a Rhode Island si è aggiudicato invece 13 candidati. Clinton ha raggiunto finora quota 1666 delegati, mentre Sanders, nonostante le recenti vittorie, è fermo a 1359.
– Ucraina: almeno quattro civili, tra cui una donna incinta, sono rimasti uccisi oggi in un checkpoint nell’est dell’Ucraina, nel villaggio di Olenivka, durante un bombardamento nell’area controllata dalla repubblica filorussa di Donetsk, autoproclamatasi indipendente nel 2014.
– Iran: quattro giornalisti iraniani – Afarin Chitsaz, Ehsan Mazandarani, Saman Safarzai e Davud Asadi – sono stati ritenuti colpevoli di atti contro la sicurezza nazionale da una corte del paese e condannati a pene comprese tra i cinque e i dieci anni di prigionia.
– Turchia: una donna kamikaze si è fatta esplodere vicino alla Grande Moschea nella città di Bursa, nella Turchia occidentale. Almeno una persona è rimasta uccisa e dieci sono state ferite, secondo i media locali. La notizia è stata confermata dalle autorità turche.
– Iraq: migliaia di sostenitori del leader religioso sciita Moqtada al-Sadr hanno manifestato il 26 aprile a Baghdad contro il governo iracheno, chiedendo al primo ministro Haider al-Abadi di rimuovere gli attuali ministri, espressione dei partiti, per sostituirli con esponenti tecnici.
– Mondo: oltre 30mila civili sono morti nel 2015 a causa di armi esplosive, un aumento del 50% negli ultimi cinque anni. In Siria il dato più alto. Alcuni grafici per fare chiarezza.
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