Note sul registro abolite – Il 2 maggio 2019 sono state abolite le note sul registro nelle scuole primarie: la riforma è stata introdotta da un emendamento proposto dalla Commissione e approvato alla Camera.
Inoltre viene esteso anche alla scuola primaria il “Patto educativo di corresponsabilità”che fino ad ora si applicava solo alle scuole secondarie, medie e superiori.
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La misura era inserita nella più generale riforma dell’insegnamento alla convivenza civile e il suo obiettivo è quello di “rafforzare la collaborazione con le famiglie”.
Le note sul registro, poco utilizzate nelle scuole primarie, sono state istituite tramite alcuni articoli presenti in un Regio decreto del 1928: in particolare sono stati abrogati gli articoli che vanno dal 412 al 414 del Regio Decreto 26 aprile 1928, n. 1297, ancora in vigore per le elementari.
Il testo fa riferimento a particolari mezzi disciplinari da utilizzare nei confronti di quegli “alunni che manchino ai loro doveri” da “usare, secondo la gravità delle mancanze”.
Il Decreto contempla nello specifico l’ammonizione, la nota sul registro con comunicazione scritta ai genitori, la sospensione da uno a dieci giorni di lezione, l’esclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione, l’espulsione dalla scuola con perdita dell’anno.
Inoltre, viene “vietata qualsiasi forma di punizione diversa” da quelle indicate nell’articolo 412.
Altro riferimento alle note sul registro è presente nello Statuto degli studenti e delle studentesse, introdotto nel 1998 dal ministro Berlinguer e che fu modificato dal ministro Fioroni. Il testo prevede che nei regolamenti siano stabilite delle “sanzioni” anziché “punizioni”.
La nuova riforma che interessa ancora una volta il mondo della scuola ha già diviso chi è a favore e chi è contro l’abolizione delle note scolastiche.
“E un segno di civiltà. Stiamo parlando di bambini: il rapporto educativo in questa fascia di età deve fondarsi sulla fiducia e sulla collaborazione”, è stato il commento di Luigi Gallo presidente della commissione Cultura e scuola della Camera.
Non tutti sono però dello stesso parere. “Questa è la deriva, stiamo levando tutti gli strumenti educativi, anche le sanzioni. Ora sappiamo cosa non si deve fare con i bambini, ma non come comportarci con loro”, è stato il commento di Vittorio Lodolo D’Oria, esperto in burnout degli insegnanti.