Il governo ha scelto Fabrizio Salini, 52 anni, ex direttore de La7, come nuovo amministratore delegato della Rai e Marcello Foa, giornalista, come presidente.
L’annuncio è arrivato nel primo pomeriggio di venerdì 27 luglio 2018.
“Per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Rai il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha proposto al Consiglio dei ministri i seguenti nominativi: Fabrizio Salini, indicandolo per la carica di amministratore delegato, e Marcello Foa per la carica di consigliere di amministrazione” si legge nella nota diffusa dal Tesoro.
Come spiegato qualche minuto dopo da Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Foa verrà proposto come presidente. Per essere eletto servono i due terzi dei voti della commissione di vigilanza Rai.
“Abbiamo appena nominato i vertici della Rai. Oggi inizia una nuova rivoluzione culturale con i due nomi, Marcello Foa presidente e Fabrizio Salini ad, che su proposta del ministro Tria, il presidente del Consiglio e il Cdm hanno ritenuto all’altezza di questa grande sfida per liberarci dei raccomandati e dei parassiti”, ha dichiarato Di Maio ai cronisti.
Sulle nomine è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte con un tweet: “Per la Rai abbiamo fatto le nostre scelte. Con Fabrizio Salini e Marcello Foa garantiamo il rilancio della principale industria culturale del Paese”.
L’annuncio del governo è stato accolto polemicamente dal Partito democratico.
“Nessuna nomina di garanzia: Salvini e Di Maio vanno contro la legge e militarizzano la Rai con una spartizione senza precedenti. Tria e Conte non pervenuti”, ha scritto su Facebook Michele Anzaldi, deputato dem e segretario della commissione di Vigilanza Rai.
“Il Pd voterà contro e farà battaglia dura con tutti i mezzi disponibili per difendere l’indipendenza dell’informazione”, ha aggiunto. “Foa è un fedelissimo di Salvini, mentre Salini è stato l’ad de La7 nel momento in cui la tv di Cairo si è trasformata in un lungo talk show filo M5s contro Renzi e il Pd”.
“Vogliono asservire il servizio pubblico alla loro lottizzazione selvaggia”, ha osservato Anzaldi.
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