Il 16 novembre 2018 a Milano, Roma e Napoli si è tenuto il corteo “No Salvini day”, una manifestazione organizzata dagli studenti delle scuole in aperta contestazione al vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Allo sciopero hanno partecipato migliaia di ragazzi, che hanno inscenato gesti di protesta anche violenti: alcuni studenti, ad esempio, hanno bruciato una bandiera della Lega, il partito di Salvini, altri hanno impiccato un manichino che ritrae il vicepremier, appendendolo a un ponte.
La manifestazione studentesca ha scatenato diversi commenti sui social network, alcuni a favore dell’iniziativa, altri contrari. Tra questi ultimi, c’è qualcuno che non si è limitato a criticare, passando agli insulti e frasi di odio e violenza.
Sotto la diretta della pagina Facebook Local team, ad esempio, si sono accumulate le reazioni di rabbia di alcuni utenti: tra chi invocava esplicitamente la violenza a chi offendeva gli studenti.
“Radunateli in uno stadio e poi, al sicuro, potranno dimostrare liberamente. dopo aver fatto la doccia, naturalmente. Giù in fondo, dove c’è scritto docce”, ha scritto un utente. “Buffoni cerebrolesi”, ha commentato un altro.
E ancora, altri: “Manganellate a più non posso contro genitori e figli”, “perché non si impiccano?”.
I temi della protesta indetta dagli studenti erano “le diseguaglianze e l’alternanza scuola lavoro, la legge di bilancio, l’edilizia scolastica e gli investimenti, il numero chiuso universitario e le scuole sicure”.
“Siamo in 100.000 in più di 70 città italiane per manifestare contro i continui tagli all’istruzione pubblica. Alle ore 14.30 saremo a Montecitorio con un’azione per chiedere al governo il taglio dei sussidi statali ai petrolieri e il finanziamento dell’istruzione pubblica”, ha dichiarato Giacomo Cossu, il coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza .
“Scendiamo in piazza perché devono essere ripristinati i finanziamenti alla scuola e all’università sottratti negli ultimi 10 anni, con un investimento di 7 miliardi all’anno”.
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