“Questo ministro che chiude i porti ai migranti e lascia aperte le curve ai razzisti si commenta da solo”. Sono le parole di Nino D’Angelo, che si scaglia senza mezze misure contro Salvini. “D’altra parte, di cosa ci meravigliamo? È lo stesso che cantava ‘Vesuvio, lavali col fuoco’”, continua il cantautore, che quest’anno parteciperà al Festival di Sanremo.
“Sono antirazzista da quando sono nato”, sottolinea il cantante in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
D’Angelo parla del tema del razzismo negli stadi, con parole di solidarietà verso Koulibaly, il calciatore del Napoli vittima di ululati razzisti con cui è stato offeso da alcuni sostenitori nerazzurri durante la partita Inter-Napoli del 26 dicembre 2018.
“So come ci si sente, io stesso sono stato vittima del razzismo. Negli anni ’80, in tante parti del Nord, trattavano noi meridionali come oggi vengono etichettati i migranti. Ed è assurdo che negli stadi si debbano ascoltare anche certi cori contro una città, contro un popolo. Le parole sono importanti, vanno usate con cautela”, sostiene Nino D’Angelo, che sostiene l’importanza di segnali concreti e lezioni sul senso civico.
“I napoletani vengono insultati pure quando la squadra non gioca, non è accettabile. E allo stesso modo, voglio ribadire che non si può morire per una partita di calcio. L’ho detto quando fu ucciso Ciro Esposito, sono costretto a ripeterlo adesso dopo la morte del tifoso interista Daniele Belardinelli”, continua il cantautore napoletano.
E contro il ministro Salvini, contrario a chiudere gli stadi in caso di cori razzisti, Nino D’Angelo usa parole dure: “È più facile mostrare severità contro 49 persone, fra le quali donne e bambini, che si trovano in mezzo al mare. Ma non mi stupisco, sono anni che Salvini delegittima il Sud. Basta fare un giro in internet, ci sono i filmati che lo riprendono mentre intonava quei cori”.
D’Angelo è fortemente polemico contro la Lega, che anche se ha cambiato nome, rimane un partito nato con l’idea di dividere l’Italia. D’Angelo è critico anche sul tema del calcio in generale, che ormai è preda di interessi economici enormi. “Di questo passo il calcio finirà. Non si va più tranquilli allo stadio, invece i nostri figli, come quelli di Salvini, hanno tutto il diritto di andare a vedere una partita senza doversi preoccupare di nulla e senza dover ascoltare ululati”, continua D’Angelo.
“Il razzismo è una cosa seria. Stiamo parlando della vita delle persone. Ha detto bene Ancelotti: se ci fanno gol, pazienza. La vita umana vale più di tre punti in classifica”, conclude il cantautore napoletano.