Con un post sul Blog delle Stelle, Luigi Di Maio ha lanciato una proposta forte: creare una piattaforma italiana di contenuti streaming che possa avere un successo comparabile a quello di Netflix.
Il ministro del Lavoro ha voluto così scuotere un settore, quello delle telecomunicazioni e dell’industria televisiva e cinematografica, che in Italia soffre ancora di atavici ritardi dal punto di vista dello sviluppo tecnologico.
Ecco allora l’idea per un pronto rilancio: bruciare sul tempo la concorrenza e diventare la nazione che dà vita a una Netflix autoctona.
Il capo politico del M5s intende in qualche modo foraggiare questo progetto: “Se la prossima Netflix sarà italiana dipende dagli investimenti che facciamo oggi. Penso a dare un’opportunità alle giovani imprese che si occupano della creazione di nuovi format e di contenuti multimediali, a quelle che realizzano applicazioni in questo settore, a quelle che inventano da zero nuove tecnologie. In definitiva a stimolare creatività e competenze tecnologiche in questi ambiti”.
“Un prodotto italiano di successo diffuso su Netflix o piattaforme simili – prosegue Di Maio – sarebbe un volano importante per far conoscere il nostro stile di vita e per far ripartire la nostra industria culturale. Se riusciremo anche a sviluppare delle piattaforme italiane che hanno successo mondiale sarà un ritorno incredibile su tantissimi fronti”.
“Su questo devono interrogarsi anche le grandi aziende culturali del Paese, in primis Rai e Mediaset. Per loro sarà fondamentale riuscire a rinnovarsi con nuove persone e nuove idee, pensando a nuovi prodotti e inserendosi in una logica completamente diversa da quella seguita fino ad oggi”.
La proposta ha già incassato l’approvazione di Davide Casaleggio: “Se aspettiamo di vedere il futuro arrivare, arriverà dall’estero. Dobbiamo iniziare a costruirlo noi”, ha scritto Casaleggio su Twitter, aggiungendo che l’Italia è stata colpevole e pigra poiché “ha aspettato arrivasse Netflix per preoccuparsi di innovare il proprio modello di business”.
Di Maio ha spiegato la sua proposta anche attraverso i dati sulla penetrazione di Netflix nel mercato e il modo in cui sta mettendo in crisi gli operatori tradizionali. Una sorte che, prima o poi, toccherà anche a Rai e Mediaset: “In Italia al momento Netflix ha una penetrazione stimata attorno al 6%, ma cresce a un ritmo del 3% l’anno e quindi raggiungerà il 20% in 5 anni. Quello sarà il punto di non ritorno che in America ha coinciso con il declino del consumo della tv tradizionale”.
“Prevedono quindi che nei prossimi 5 anni gli operatori tradizionali italiani ed europei avranno un calo degli utili del 40%. Come conseguenza di questa analisi Morgan Stanley ha declassato il suo giudizio su alcune aziende, come Mediaset che è passata da 3,8 a 2 con un tonfo in borsa di quasi il 5% con un’azione che ora vale 2,7 euro”.
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