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Il misterioso caso dei 4 neonati morti nello stesso ospedale a Brescia

Nel giro di una settimana tre neonati ricoverati nella stessa stanza del reparto di Neonatologia hanno perso la vita. I medici però non credono che i casi siano collegati

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 7 Gen. 2019 alle 13:40

Quattro neonati sono morti negli ultimi mesi mentre erano ricoverati negli Spedali Civili di Brescia: l’ultimo caso risale a sabato 5 gennaio 2019.

Per far luce sul caso, l’Ospedale ha disposto degli accertamenti e il ministro della Salute Grillo ha deciso di inviare degli ispettori del Nas per raccogliere la documentazione relativi ai quattro decessi nel reparto di Neonatologia. La Procura di Brescia intanto ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

Il caso di Marco – Marco è l’ultimo neonato ad aver perso la vita a causa di un’infezione di cui non si conoscono per il momento le cause mentre era ricoverato a Brescia, nel reparto Neonatale.

Il bambino era nato prematuro lo scorso 4 dicembre, ma dopo i primi giorni di cure sembrava che le sue condizioni si fossero stabilizzate.

Il decesso di Marco però non è un caso isolato e con la sua morte si torna a parlare del caso di infezioni che in estate portarono la Procura di Brescia ad indagare un intero reparto in relazione alla morte di un altro neonato.

Dall’estate ad oggi, 7 gennaio 2019, sono quattro i neonati morti nel reparto Neonatale degli Spedali di Brescia: inoltre prima di Marco un bambino e una bambina ricoverati nella stessa stanza hanno perso la vita nel  giro di una settimana. I medici però precisano che i casi “non sono collegati”.

La versione dell’Ospedale – “Marco negli ultimi giorni ha avuto complicanze. Purtroppo questi episodi tra bimbi nati di peso molto basso rientrano nella casistica”, ha detto Gaetano Chirico, direttore dell’Unità operativa di Neonatologia e della Terapia intensiva neonatale di Brescia.

“Allo stato non c’è alcuna correlazione tra i casi”, ha sottolineato Chirico, riferendosi ai tre neonati morti a pochi giorni l’uno dall’altro. “La situazione clinica dei bambini era completamente diversa. Sono già stati eseguiti accertamenti sui pazienti, quello che possiamo escludere è che vi sia in atto un focolaio epidemico”.

Sul caso si è espresso anche il ministro della Salute Grillo: “È necessario fare chiarezza per capire se ci sia correlazione tra i diversi casi. Proprio per questo sto inviando gli ispettori del ministero per andare a fondo della questione.

“Dobbiamo capire cosa ha portato alla morte di questi piccolissimi pazienti in pochi giorni. Lo dobbiamo a questi bambini che non hanno fatto in tempo ad affacciarsi alla vita, ai loro familiari che abbraccio in questo momento di dolore, e anche a chi lavora con impegno e serietà ogni giorno in una struttura eccellente come è l’ospedale bresciano”.

I casi di infezione – Il primo caso di neonato morto negli Spedali di Brescia risale ad agosto del 2018: Paolo era stato infettato dal batterio serratia marcescens mentre era nel reparto di terapia intensiva neonatale ed era poi deceduto dopo settimane di cure.

Nello stesso mese altri 10 bambini erano rimasti infettati nell’Ospedale e la vicenda aveva costretto la struttura a chiudere il reparto per avviare una disinfestazione.

A seguito del decesso, 16 membri dell’equipe medica sono stati accusati di omicidio colposo nell’ambito dell’indagine aperta dal pubblico ministero Katy Bressanelli, titolare dell’inchiesta.

La lettera della madre di Marco – La madre di Marco, l’ultimo neonato morto negli Spedali civici di Brescia a causa di un’infezione, ha inviato una lettera al quotidiano Brescia Oggi in cui ricostruisce gli eventi.

“Marco è nato alla 30esima settimana con cesareo perché io avevo la pressione alta, da lì iniziamo la nostra esperienza in terapia intensiva neonatale agli Spedali Civili di Brescia. Marco subisce un pneumotorace dal quale piano piano ne usciamo.

Inizia a mangiare e crescere, da 1050 gr arriviamo a 1500 grammi, iniziamo a poterlo tenere un po in braccio e a toglierlo quindi dalla termoculla. Iniziamo a fare la marsupio terapia ed io sono al settimo cielo, il 29 dicembre ci dicono che non possiamo fare la terapia perché dagli esami pare che abbia in corso un infiammazione.

La mattina dopo mi chiamano e mi dicono che il bambino è peggiorato e hanno dovuto intubarlo a causa di uno shock septico, quando arrivo in ospedale noto che nella stanza manca la culla di una bimba e scopro poco dopo che la piccola è morta durante la notte.

Mi dicono che Marco ha preso un batterio, non si sa quale e parlano di sepsi, fatti sta che da quel giorno è il declino, Marco non respira più autonomamente, non fa pipì ed iniziano una serie di terapie che però non portano a grandi risultati. E il 5 gennaio poco dopo le 18 il suo cuore ha ceduto”.

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