A pochi giorni dal 16 ottobre, giornata in cui si commemora il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma nel 1943, sono stati invitati in Parlamento 2 membri di un’organizzazione che promosse una conferenza revisionista, in cui si negava la Shoah.
“Nel pomeriggio di ieri (mercoledì’ 10 ottobre, ndr) la Commissione esteri della Camera dei deputati ha ospitato in seduta informale Alireza Bigdeli e Morteza Jami, rispettivamente membro e vicepresidente dell’Institute for Political and International Studies. Istituto iraniano che nel 2006 ha organizzato a Teheran la conferenza sul negazionismo dell’Olocausto, (l’International Conference to Review the Global Vision of the Holocaust)”.
La denuncia arriva dalla Comunità ebraica di Roma, che fa notare come “solamente la settimana scorsa la Camera avevavotato una serie di mozioni per contrastare le vecchie e nuove forme di antisemitismo, il tutto mentre ci troviamo a pochi giorni dal settantacinquesimo anniversario della deportazione degli ebrei di Roma”.
Una scelta che viene condannata con forza. “È un fatto di una gravità inaudita – l’accusa della Comunità – che le stesse istituzioni che hanno votato una legge sul negazionismo abbiano potuto ospitare un’istituzione di questo tipo”.
“Le aule del Parlamento italiano, simbolo della democrazia di questo Paese, dovrebbero servire per promuovere i valori di libertà e rispetto e non fornire accoglienza a chi nega la storia”, concludono.
Le critiche arrivano anche dall’ambasciatore israeliano: “Un episodio inaccettabile”, ha commentato Over Sachs.
“Se sul tema dell’accordo nucleare è possibile non condividere una comune visione, ciò su cui non ci si può invece dividere è sulle invettive della Repubblica Islamica contro Israele e il suo diritto ad esistere pronunciate durante l’audizione”.
“Riteniamo che il parlamento italiano, simbolo della democrazia del Paese, non possa ospitare chi promuove idee negazioniste, antisemite e antisioniste”.
La presidente della commissione Affari esteri, la deputata del Movimento 5 stelle Marta Grande, ha difeso la scelta fatta: “È necessario conoscere, anche nei dettagli, la visione e le prospettive a medio e lungo termine” di tutti i paesi della comunità internazionale.
“L’adozione di tesi negazioniste è quanto di più lontano della cultura del nostro Paese. La Shoah, lo ribadiamo, è stata la più grande tragedia della storia dell’uomo”, ha spiegato la deputata.
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