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Il musicista Fink risponde ad Alessandra Mussolini: “Anche mio nonno è stato ucciso. Dal tuo”

Enrico Fink risponde all'eurodeputata che in un tweet ha minacciato di querelare chiunque insulti suo nonno: "I miei familiari deportati ad Auschwitz"

Di Massimo Ferraro
Pubblicato il 22 Ott. 2018 alle 12:17 Aggiornato il 22 Ott. 2018 alle 17:17

“Gentile Alessandra Mussolini”. Comincia così la lettera postata su Facebook dal musicista Enrico Fink per rispondere al tweet con cui l’eurodeputata mercoledì 17 ottobre 2018 avvisava che avrebbe querelato chiunque avesse insultato la memoria del nonno, il dittatore fascista Benito.

“Gentile Alessandra – scrive Fink – leggo sul tuo profilo l’intenzione di querelare chi offenda la memoria di tuo nonno. Ti capisco benissimo: tuo nonno è stato ammazzato, non l’hai potuto conoscere, e te ne dispiace; e vuoi difenderne la memoria”.

“È comprensibilissimo, e anche giusto direi in una qualche misura. Mi permetto di darti del tu perché in questo siamo simili: anche mio nonno è stato ammazzato, anche io non ho potuto conoscerlo, anche a me dispiace. Anche io voglio difenderne la memoria”.

“Solo che il responsabile della morte del mio, di nonno, è il tuo. Mio nonno e dieci persone della famiglia di mio padre, anziani e bambini, sono stati arrestati dalla polizia repubblichina italiana, sotto gli ordini firmati dal tuo nonno, imprigionati a Fossoli, poi consegnati ai nazisti e spediti ad Auschwitz da dove non sono più tornati”, continua il musicista fiorentino, tra i più popolari interpreti della tradizione musicale ebraica.

“Quindi, capirai bene che, pur rispettando le tue legittime opinioni, io non possa avere altra idea che questa: tuo nonno è stato un criminale, una vergogna per il genere umano. E nonostante sia visceralmente contrario alla pena di morte, non riesco a non essere contento che abbia fatto, troppo tardi, la fine che ha fatto”.

“Se ritieni di querelarmi sarò ben felice di spiegarmi meglio in tribunale: ma credo tu sappia bene che ho buoni argomenti, e come me li hanno tanti di quelli che vorresti querelare. Ti saluto cordialmente”.

La lettera si chiude poi con l’elenco dei nomi dei familiari di Fink che sono stati deportati ad Auschwitz, dopo l’approvazioni delle leggi razziste nel 1938 volute da Mussolini nonno.

“Qui di seguito metto i nomi, come fossero tag, dei parenti prossimi di mio padre (arrivo al massimo a zii e cugini di primo grado, non vado oltre) uccisi per ordine del tuo caro nonno”.

“Mi sento con loro, a inviarti questo saluto. Con: Isacco Fink, Benzion Fink, Rosa Fink Birnbaum, Lina Fink Rotstein, Ester Fink Farber, David Farber, Bruno Farber, Carlo Bassani, Giuseppe Bassani, Rina Lampronti Bassani, Marcella Bassani”.

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