Il 30 aprile avrebbe compiuto cento anni l’ex rabbino capo di Roma Elio Toaff, morto ieri sera nella capitale.
Nato a Livorno nel 1915, divenne rabbino nella sua città, per poi spostarsi ad Ancona. Riuscì a salvarsi dalle persecuzioni naziste successive all’armistizio dell’8 settembre grazie all’aiuto di alcune famiglie cattoliche. Sempre in questo periodo, Toaff combatté come partigiano nell’Italia centrale.
Dopo la seconda guerra mondiale fu inizialmente rabbino di Venezia, per poi divenire, nel 1951, rabbino capo di Roma. Da quel momento Toaff fu considerato a tutti gli effetti la massima autorità spirituale ebraica in Italia, promuovendo in questo modo un risorgimento religioso e culturale dell’Ebraismo nel Paese in seguito alle persecuzioni subite durante le leggi razziali.
Fondamentale fu senz’altro il ruolo di Toaff nel dialogo tra ebrei e cattolici. Storico in questo senso fu il suo rapporto personale e spirituale con Papa Giovanni Paolo II, che si concretizzò nella storica visita del Pontefice alla sinagoga del ghetto di Roma, avvenuta nel 1986. Si trattò della prima visita di un Papa in un tempio ebraico, un evento di portata storica.
Fu durante questa visita che Giovanni Paolo II disse rivolto agli ebrei: “Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori”.
La visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma del 13 aprile 1986
Toaff, inoltre, fu una delle tre sole persone che Giovanni Paolo II citò nel suo testamento spirituale insieme al cardinale Joseph Ratzinger, futuro successore del pontefice con il nome di Benedetto XVI, e al suo segretario Stanislaw Dziwisz.
Nel 2001, all’età di 86 anni, Toaff lasciò la carica di rabbino capo di Roma, lasciando il suo posto a Riccardo Di Segni.
In seguito alla morte di Toaff sono arrivati moltissimi messaggi di cordoglio. “Sono in lutto con gli ebrei di Roma” ha riferito Papa Francesco, mentre il premier Matteo Renzi lo ha definito all’emittente radiofonica Rtl “un grande italiano, un gigante del nostro tempo”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, ha auspicato che una via di Roma venga dedicata a Elio Toaff.
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