All’alba di martedì 17 luglio, sono stati eseguiti provvedimenti di arresto sia a Roma sia nelle province di Reggio Calabria e Cosenza, con 31 persone fermate, altre sei ricercate.
È questo il bilancio provvisorio di una maxi operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma contro il clan dei Casamonica.
L’operazione è stata resa possibile grazie alla moglie di Massimiliano Casamonica, fratello del boss Giuseppe, che ha aiutato gli inquirenti a fare ordine nell’indagine.
La donna è la prima pentita del clan che comandava Roma.
La donna, madre di tre figli, era invisa alle mogli degli altri componenti del clan perché non sinti. Tenuta segregata, è riuscita a fuggire da quella realtà e ha deciso di denunciare e collaborare con gli inquirenti. Ora la pentita, che ha meno di 40 anni, è coperta da un programma di protezione assieme ai figli.
La pentita ha vissuto 12 anni a fianco di un uomo di spicco della famiglia, che aveva sposato con una cerimonia sinti.
La decisione di collaborare è arrivata dopo anni di soprusi, sopratutto da parte delle altre donne della famiglia che non l’hanno mai accettata, tanto da arrivare a sequestrarla insieme ai tre figli.
Ha vissuto per anni all’interno della famiglia Casamonica e quindi è stata “in grado di tracciarne perfettamente l’organigramma”. Il suo racconto infatti è risultato prezioso perché ha descritto episodi di “quotidiana violenza”.
“Ricordo che in una occasione – ha raccontato la donna ai Carabinieri – un ragazzo fu condotto da Salvatore Casamonica all’interno dell’abitazione di Giuseppe e massacrato di botte dai fratelli. Si sentivano distintamente il rumore degli schiaffi e le urla di questo ragazzo. Dopo un po’ svenne e tutti temevano che fosse morto”.
La donna ha fornito elementi preziosi, ricostruzioni su vicende vissute in prima persona, come testimone oculare.
“La donna ha riferito – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – che del sodalizio fanno parte Massimiliano Casamonica e tutti i suoi fratelli e le sorelle, esclusa Marianna. Inoltre ha riferito che elementi di vertice del clan sono Giuseppe Casamonica e la sorella Liliana, detta Stefania”.
Nel provvedimento sono citati anche stralci dei suoi colloqui con gli inquirenti dai quali emerge la capacità di intimidazione del gruppo criminale.
“Loro sono perfettamente consapevoli di avere un notevole potere intimidatorio che esercitano nelle loro attività. Incutono notevole timore e nessuno li denuncia mai”, ha spiegato la donna.
E ancora, “La famiglia Casamonica costituisce un gruppo numeroso, è un vero e proprio clan, stabilmente dedito ad attività illecita”.